Torna il festival L’importanza di essere piccoli sull’Appenino tosco-emiliano. Poesia e musica assieme per un elogio alla lentezza e alla marginalità
La poesia è una lettura lenta, ha bisogno dei suoi tempi, delle sue pause, di un pubblico concentrato. Lo sa bene il festival L’importanza di essere piccoli che, dal 2011, si differenzia dalle kermesse culturali mainstream e dalle loro sfiancanti – per il pubblico in primis – programmazioni, proponendosi come una rassegna minuta di poesia […]
La poesia è una lettura lenta, ha bisogno dei suoi tempi, delle sue pause, di un pubblico concentrato. Lo sa bene il festival L’importanza di essere piccoli che, dal 2011, si differenzia dalle kermesse culturali mainstream e dalle loro sfiancanti – per il pubblico in primis – programmazioni, proponendosi come una rassegna minuta di poesia e musica nella tranquillità delle valli, delle pievi, dei castelli e dei borghi dell’Appennino tosco-emiliano.
Dal 3 al 6 agosto, il festival ritorna per la sua quinta edizione. La novità di quest’anno è il gemellaggio e la condivisione di intenti, poetiche e modi con due storici festival, altrettanto piccoli e periferici: l’XI edizione del Cabudanne de Sos Poetas, festival di poesia che si svolge a Seneghe, in Sardegna, nell’oristanese, e la XXII edizione della rassegna Stazione di Topolò/Postaja Topolove, nella provincia di Udine, al confine con la Slovenia.
Quest’anno, letture, incontri e live acustici sono affidati a neanche una decina di nomi, tra musicisti, poeti e cantautori. All’elogio alla lentezza, alla marginalità e all’essere piccoli, partecipano Cristina Donà, Elisa Biagini, Diodato, Emilio Rentocchini, Francesco Di Bella, Guido Catalano, Dellera, Andrea Longega e Annalisa Teodorani.
– Marta Pettinau
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