Da artista pop a curatore. A Los Angeles, Takashi Murakami organizza una mostra di ceramiche di tre giovani designer giapponesi. Che innovano una tradizione millenaria‏

Dimenticatevi l’artista ultrapop che firma sculture in vetroresina ispirate ai personaggi dei manga, tele che esplodono di faccine e colori euforici e, da ultimo, l’edizione limitata del packaging di un noto marchio di caramelle. Stavolta, Takashi Murakami si presenta come raffinato curatore di una mostra di ceramica giapponese contemporanea. L’11 settembre, l’artistar di Tokyo inaugurerà […]

Dimenticatevi l’artista ultrapop che firma sculture in vetroresina ispirate ai personaggi dei manga, tele che esplodono di faccine e colori euforici e, da ultimo, l’edizione limitata del packaging di un noto marchio di caramelle. Stavolta, Takashi Murakami si presenta come raffinato curatore di una mostra di ceramica giapponese contemporanea. L’11 settembre, l’artistar di Tokyo inaugurerà nella galleria Blum & Poe di Los Angeles un’esposizione con opere di tre giovani designer suoi conterranei: Kazunori Hamana, Yuji Ueda, e Otani Workshop.

QUANDO L’ARTISTA FA IL CURATORE
Murakami è solo l’ultimo di una lista di artisti che negli ultimi tempi si sono avventurati nelle terre della curatela: come non citare Maurizio Cattelan che l’anno scorso ha stupito nei panni di curatore della colossale mostra Shit and Die – allestita a Palazzo Cavour, a Torino, in concomitanza con Artissima –  o Danh Vo, invitato a curare la collettiva Slip of the Tongue, tuttora in corso a Punta della Dogana, a Venezia. Lo stesso Murakami nel 2001 firmò la mostra Superflat, che dal MOCA di Los Angeles fece il giro del mondo.
Ormai i confini tra discipline nelle arti sono sempre più permeabili. Il risultato? Gli artisti si improvvisano curatori, i designer si definiscono artisti, gli architetti sperimentano nel fashion design (come Renzo Piano con la borsa Max Mara, ispirata al suo Whitney Museum). In questa era di professionalità “liquide”, non dovrebbe meravigliare dunque che Murakami curi una mostra di ceramica giapponese. Considerato, in aggiunta, il suo impegno decennale a sostegno della produzione ceramica contemporanea del suo paese, che proprio in Giappone ha origini lontane – i più antichi manufatti risalgono al XI millennio a.C. – e una tradizione artigianale ancora oggi sentita e rispettata.

GUIZZI CONTEMPORANEI AL SERVIZIO DI UNA TRADIZIONE ARTIGIANALE MILLENARIA
Nella galleria losangelina Blum & Poe, saranno esposte oltre 100 ceramiche di varia tipologia. Takashi Murakami porta negli Stati Uniti artisti di una nuova generazione, che onorano i saperi e le tecniche millenarie tramandate di generazione in generazione, ma con un approccio innovativo e sperimentale. Nella modellazione delle forme, nella smaltatura, nella cottura finale. Come Kazunori Hamana, giovane designer di Chiba, metropoli a sud-est di Tokyo: dalle ciotole ai vasi, dalle tazze ai piatti, le sue ceramiche sono in genere di forma irregolare, imperfetta, ma di un’imperfezione armoniosa ed equilibrata. La superficie delle sue creazioni è grezza, senza alcuna lucidatura, ed è spesso graffiata o dipinta con segni, ideogrammi o scritte in altri alfabeti. Yuji Ueda, invece, è originario di una famiglia di rispettati coltivatori di té della città di Shigaraki, uno dei più importanti centri ceramici degli ultimi 800 anni. Le sue terrecotte hanno forma e finitura inconsuete, ottenute con sperimentali tecniche di smaltatura e cottura. Anche Otani Workshop ha base a Shigaraki, dove lavora accostando all’argilla altri materiali, come il legno e l’acciaio, e alla produzione di vasi, figure e altre forme scultoree.
Nella nostra photogallery, alcuni dei pezzi che saranno in esposizione a Los Angeles.

Marta Pettinau

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Marta Pettinau

Marta Pettinau

Marta Pettinau nasce ad Alghero nel 1984, dove al momento vive e lavora. Ma con la valigia in mano. Laureata a Sassari in Scienze dei Beni Culturali, ha conseguito nel 2011 la laurea specialistica in Progettazione e Produzione delle Arti…

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