Contrari o favorevoli alla rievocazione storica nei musei e nei siti archeologici? Il Ministero della Cultura vuole fare la rivoluzione? Intervista con Valentino Nizzo

Secondo molti osservatori è fumo negli occhi, è trash, è kitsch, è una pacchianata che umilia il sacro ruolo dei musei. E così si sta protetti replicando le modalità di rapporto museo-pubblico che si sono sempre adottate. Ma chi l’avrebbe mai detto che una roba come la rievocazione storica potesse diventare una frontiera di innovazione e […]

Secondo molti osservatori è fumo negli occhi, è trash, è kitsch, è una pacchianata che umilia il sacro ruolo dei musei. E così si sta protetti replicando le modalità di rapporto museo-pubblico che si sono sempre adottate. Ma chi l’avrebbe mai detto che una roba come la rievocazione storica potesse diventare una frontiera di innovazione e sperimentazione?
Ne abbiamo parlato con chi, utilizzando questo modello per avvicinare il pubblico, sta con coraggio rischiando e proponendo piattaforme che riesco a mescolare qualità, filologia epperò anche apertura al pubblico. Specie ai bambini.
Insomma: la rievocazione storica può essere una chiave efficace per coinvolgere il pubblico con la chiave del patrimonio, dell’eredità, della responsabilità. Una nuova ottica di valorizzazione che è stata sperimentata da Valentino Nizzo, funzionario del Ministero della Cultura in forze alla Direzione Musei, in passato nella “periferia dell’impero” (era a Ferrara ed è lì che Dario Franceschini ha scoperto le sue proposte e gli ha chiesto di replicarle al ministero) e riproposta più di recente a Roma, nello straordinario e sconosciuto museo della Crypta Balbi.

La conferenza stampa di presentazione delle Giornate Europee del Patrimonio, lo abbiamo documentato qui, si è tramutata in una performance che, grazie ad una associazione di rievocatori particolarmente attenta, ha fatto rivivere al pubblico gli spazi archeologici della cripta di Balbo come erano alcune centinaia di anni fa. Una proposta che è un prototipo che, con ogni evidenza è nelle corde attuali del Ministero. Anche perché se si aumenta il pubblico, se si aumenta la domanda, probabilmente si generano anche nuove professioni e nuovo indotto e difficilmente si potrebbe pensare ad un obbiettivo più vicino agli auspici del Ministro Franceschini e del Primo Ministro Renzi. Allora: la rievocazione “rompe le barriere e i diaframmi” come dice Nizzi o è qualcosa di volgare e invadente che oscura i valori culturali alti del museo?

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Redazione

Redazione

Artribune è una piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo e delle nuove tecnologie.

Scopri di più