Da New York a Roma, Jonathan VanDyke si racconta al pubblico dei Martedì Critici. Indagini fra pittura e identità, negli spazi della Temple University
Resistenza e contemplazione. Con l’idea di azione a fare da orizzonte e da cornice ideale. Per la performance The Long Glance (2011) l’artista Jonathan VanDyke (1972, vive e lavora a Brooklyn, New York) rimaneva immobile, in piedi, per ben quaranta ore, a fissare un dipinto di Jackson Pollock. Tutto il pathos e l’energia contenuti in quei […]
Resistenza e contemplazione. Con l’idea di azione a fare da orizzonte e da cornice ideale. Per la performance The Long Glance (2011) l’artista Jonathan VanDyke (1972, vive e lavora a Brooklyn, New York) rimaneva immobile, in piedi, per ben quaranta ore, a fissare un dipinto di Jackson Pollock. Tutto il pathos e l’energia contenuti in quei frammento d’universo estetico, poetico, cromatico, si ribaltavano in una immobilità estenuante, ponendo su un medesimo piano – dialetticamente – lo sguardo ed il gesto, il concetto e l’esperienza corporea.
Tutta la ricerca di VanDyke ruota intorno alla pittura, pur passando da linguaggi diversi. Una lunga, diversificata, continua indagine sul senso e i confini della pratica pittorica, condotta attraverso la performance, l’installazione, la danza: fra memorie storiche e riferimenti contemporanei, da Yves Klein alla lezione dell’action painting, passando per Tino Seghal, la Bauhaus e le azioni del gruppo Gutai, la materia pittorica stessa si fa eccedente, invasiva, metamorfica, proteiforme, immersa nel mondo e tra le cose eppure scissa, separata, là dove il bordo e la superficie del quadro restano possibilità di verifica ontologica e di identificazione del senso.
Jonathan VanDyke è il secondo protagonista del nuovo ciclo dei Martedì Critici, lanciato a Roma lo scorso 22 settembre con lo spagnolo Barnardì Roig. Un altro artista internazionale, dunque, che incontrerà Alberto Dambruoso – affiancato da Shara Wasserman – negli spazi della Temple University Rome. E sarà un’occasione di conoscenza, per il pubblico, ma anche di ricerca e di sperimentazione per l’artista, che nel cuore del talk presenterà la conferenza sperimentale Self Evidence, un’indagine sul tema dell’identità, dell’omosessualità e dell’omofobia, sviscerata a partire da una foto di famiglia.
Come nel caso di Roig, infine – che in contemporanea ai Martedì Critici inaugurava una mostra presso la galleria Marie-Laure Fleisch – anche questo martedì l’incontro si abbina ad un momento espositivo esterno: il giorno successivo, 30 settembre, Jonathan VanDyke presenta dalla galleria 1/9unosunove la personale L blue N black I green M orange K violet, con un gruppo di lavori – dipinti realizzati con tessuti di magliette e camicie, fotografie, stampe su tela – nato dalla performance dei danzatori David Rafael Botana e Bradley Teal Ellis.
– Helga Marsala
I Martedì Critici – Jonathan VanDyke
a cura di Alberto Dambruoso e Sara Wasserman
29 settembre 2015, ore 18.30
Temple University – Lungotevere Arnaldo da Brescia 15, Roma
www.imartedicritici.com
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