Suono, corpo e movimento. È rivolta alle donne la terza edizione di Electro Camp, Festival indipendente di Arti Performative al via a Forte Marghera

Live Arts Cultures è un’associazione che riunisce artisti che accanto al lavoro creativo si occupano di organizzare progetti e promuovere le arti performative, in particolare danza, musica, performing arts e nuove tecnologie. Per il terzo anno Live Arts Cultures dà vita a Electro Camp, una piattaforma dedicata alla ricerca e alla sperimentazione di diversi linguaggi […]

Live Arts Cultures è un’associazione che riunisce artisti che accanto al lavoro creativo si occupano di organizzare progetti e promuovere le arti performative, in particolare danza, musica, performing arts e nuove tecnologie. Per il terzo anno Live Arts Cultures dà vita a Electro Camp, una piattaforma dedicata alla ricerca e alla sperimentazione di diversi linguaggi delle Arti Performative, con una particolare attenzione all’intreccio tra movimento, musica elettronica e elettroacustica e video making.
Il Festival ha luogo dal 9 al 13 settembre presso Forte Marghera, Mestre (Ve), negli spazi delle Polveriere austriaca e francese. In ogni giornata propone installazioni, performance e live set. Nel programma di questa edizione un interesse particolare è riservato alle donne: danzatrici, performer e musiciste attive sia in Italia che all’estero, tra le quali Laura Moro, Margherita Pirotto, Silvia Costa, Karine Dumont, Marta Ciappina, Caterina Barbieri, Andrea Hackl, Jasna Velickovic, Patrizia Oliva, Anna Clementi, Patrizia Mattioli, Psch-Pshit, Chironomia, Le Cri e B.E.A..
A Electro Camp 2015, oltre alle numerose performance (anche realizzate ad hoc per il Festival) è in programma un laboratorio per musicisti dal titolo Che cosa apparirà? Laboratorio per la realizzazione di partiture grafiche e verbali a cura di Veniero Rizzardi, che spiega: “È un’esercitazione alla scoperta di possibilità per realizzare e far suonare in modo (sempre) nuovo le partiture non convenzionali, verbali, grafiche, parzialmente notate dei maestri della musica informale degli anni 1950-70: John Cage, soprattutto, ma anche Earle Brown, Christian Wolff, Cornelius Cardew. Le loro indicazioni verso una musica possibile, non interamente predeterminata dalla volontà del compositore, ma invece aperta all’iniziativa e alla personalità dell’interprete, non si sottraggono al loro destino di essere ormai pezzi di storia, ma nello stesso tempo riescono benissimo a proiettarsi continuamente nell’attualità”.

– Michele Pascarella

http://www.liveartscultures.org/

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Michele Pascarella

Michele Pascarella

Dal 1992 si occupa di teatro contemporaneo e tecniche di narrazione sotto la guida di noti maestri ravennati. Dal 2010 è studioso di arti performative, interessandosi in particolare delle rivoluzioni del Novecento e delle contaminazioni fra le diverse pratiche artistiche.

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