Lo Strillone: Italia che investe in cultura meno di Bulgaria, Cipro e Malta su La Repubblica. E poi Marino Golinelli, abbattere l’Iva sui restauri
“Temo che in percentuale rispetto al bilancio dello Stato, salvo errore, stiamo sullo 0,23 % incluso ovviamente lo spettacolo dal vivo quando la Francia sta sullo 0,75, la Spagna sullo 0,67, l’Austria sullo 0,60 per cento. Spendiamo meno della Bulgaria, di Cipro e di Malta e di più soltanto di Grecia e Romania (indagine Istat)”. […]
“Temo che in percentuale rispetto al bilancio dello Stato, salvo errore, stiamo sullo 0,23 % incluso ovviamente lo spettacolo dal vivo quando la Francia sta sullo 0,75, la Spagna sullo 0,67, l’Austria sullo 0,60 per cento. Spendiamo meno della Bulgaria, di Cipro e di Malta e di più soltanto di Grecia e Romania (indagine Istat)”. La Repubblica ospita l’angosciante lettera di Vittorio Emiliani a Corrado Augias sul declino della spesa statale per la cultura in Italia: “Il bilancio di previsione 2014 stanziava circa 1,4 miliardi che sarebbero scesi di un po’ l’anno e più marcatamente (1,3 miliardi e spiccioli) nel 2015, quindi -8,3 per cento nel triennio, con diminuzioni più penalizzanti per l’archeologia (-9,4 %) e per i beni storici, artistici e paesaggistici (-10,3 %)”, ricorda Emiliani. E i modestissimi risultati dell’Art Bonus sono inquietanti: “A Torino, secondo la Stampa, fino ad agosto appena 5 donatori per 5.800 euro in tutto. A Piacenza, secondo la Libertà, uno solo: 10 euro!”.
“La dimensione del fare è fondamentale per capire. Partiamo dal passato per immaginare il futuro. Tutte le domande della cultura, in ogni tempo, alla fine si misurano con un perché. Perché facciamo, perché siamo a questo mondo?”. La Stampa raccoglie in una lunga intervista il pensiero di Marino Golinelli, che oggi presenta a Bologna l’omonimo Opificio, struttura per la cultura e la scienza. “Sono un evoluzionista, penso finiremo per essere pietra. Ma questo aumenta la nostra responsabilità di lasciare come testamento qualcosa per gli altri. La creatività è in tutti, va liberata e fatta crescere attraverso la preparazione. Quel che noi lasciamo segnerà l’evoluzione culturale”. Abbattere l’Iva sui lavori di restauro, sui servizi culturali e migliorare la fruibilità del 5×1000. Questi alcuni dei temi della tavola rotonda “Economia e fiscalità a misura di cultura” che si è svolta ieri nel corso del Convegno nazionale dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili in corso a Mantova: ne parla nel dettaglio Italia Oggi.
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