Lo Strillone: un testimone diretto racconta le distruzioni di Palmira su Quotidiano Nazionale. E poi Expo di Milano promossa, Art bonus
“L’Unesco potrebbe essere lo strumento giusto per salvare questo patrimonio”. L’endorsment – coraggioso – verso il controverso organismo sovranazionale ha come oggetto Palmira, e viene da qualcuno che ha tutti i titoli per parlarne: ovvero da Mohamad Saleh, che della città conosciuta fin dal I secolo d.C. per la sosta delle carovane di viaggiatori e […]
“L’Unesco potrebbe essere lo strumento giusto per salvare questo patrimonio”. L’endorsment – coraggioso – verso il controverso organismo sovranazionale ha come oggetto Palmira, e viene da qualcuno che ha tutti i titoli per parlarne: ovvero da Mohamad Saleh, che della città conosciuta fin dal I secolo d.C. per la sosta delle carovane di viaggiatori e mercanti che attraversavano il territorio siriano, oggi sotto la continua minaccia dell’Isis, è stato l’ultimo direttore responsabile del turismo. È Quotidiano Nazionale a raccogliere la sua voce in un’intervista realizzata in occasione della Borsa Mediterranea del turismo archeologico di Paestum: “Non si riesce neppure a immaginare cosa sia successo in quella città. Prima ancora dei monumenti, basti dire che da 75mila abitanti ne sono rimasti appena qualche migliaio. Dalla finestra del mio ufficio vedevo il tempio di Baal Shamin, che significa II signore del Cielo, uno dei principali dell’antica perla nel deserto siriano”. Khaled al-Asaad, l’archeologo responsabile del sito decapitato dall’lsis? “Lo ricordo come un re. Ha difeso fino in fondo il sito archeologico che da diretto per 40 anni, a costo della sua vita. Mi unisco alle parole dell’archeologo italiano Paolo Matthiae che lo ha ricordato come uno studioso completo, una persona di grandissima amabilità, misura e gentilezza d’animo. Khaled era talmente sicuro di fare soltanto il suo mestiere che non riteneva di avere motivo di fuggire. Anche per questo il suo esempio non verrà dimenticato”.
“Almeno per oggi, diciamocelo: ce la siamo giocata. Bene”. Nella giornata nella quale si chiudono i cancelli dell’Expo di Milano, la promozione – argomentata – arriva da qualcuno che non si tira indietro quando c’è da sparare a zero contro i mali italiani: ovvero Gian Antonio Stella, che sul Corriere della Sera non nasconde le criticità che il megaevento ha dovuto fronteggiare, facendo però prevalere i dato positivi. Anche quelli più pragmatici: “Gli oltre venti milioni di biglietti venduti (sia pure con l’ammiccamento di quelli serali a 5 euro), il dilagare di mese in mese più impetuoso di ospiti negli hotel milanesi (+23,5% da maggio a settembre sul 2014), i soldi lasciati dai turisti nei negozi e nei ristoranti del capoluogo (190 milioni solo in luglio e agosto) non possono essere liquidati come dettagli secondari ed effimeri”. Basterà l’Art bonus? Avvenire riflette sulle risorse statali dedicate al nostro patrimonio: ricordando che, “come ha precisato ieri il ministro Dario Franceschini all’assemblea nazionale Anci, si andrà dai 1,563 miliardi di euro di quest’anno a 1,682 miliardi nel prossimo, a 1,867 miliardi nel 2017 e 1,872 nel 2018”.
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