Il Musée d’Orsay diventa un graphic novel. Dopo la Francia, arriva anche in Italia il fumetto di Manuele Fior dedicato al tempio parigino dell’Impressionismo
Dal 1986, è il tempio della pittura impressionista e post-impressionista: tra le sue sale e i suoi corridoi, si rincorrono, uno dopo l’altro, capolavori di Monet, Renoir, Degas e gli altri. Ma prima di allora, prima che Gae Aulenti ne facesse il Musée d’Orsay, era stato una stazione ferroviaria, inaugurata in occasione dell’Esposizione Universale del 1900, nella […]
Dal 1986, è il tempio della pittura impressionista e post-impressionista: tra le sue sale e i suoi corridoi, si rincorrono, uno dopo l’altro, capolavori di Monet, Renoir, Degas e gli altri. Ma prima di allora, prima che Gae Aulenti ne facesse il Musée d’Orsay, era stato una stazione ferroviaria, inaugurata in occasione dell’Esposizione Universale del 1900, nella Parigi della Belle Époque.
L’architettura unica, la sua storia e quella di ogni singola opera custodita tra le sue mura, hanno ispirato Manuele Fior nella realizzazione della sua ultima opera illustrata, Le variazioni d’Orsay.
Classe 1975, cesenate di nascita ma parigino d’adozione, il fumettista e illustratore italiano ormai apprezzato e riconosciuto anche all’estero, è stato convocato per un progetto dell’editore francese Futuropolis, che ha commissionato a diversi autori una serie di graphic novel dedicate a due delle più prestigiose e affascinanti istituzione museali parigine, il Musée d’Orsay e il Louvre. “Quando mi hanno proposto il progetto ho subito accettato: il museo d’Orsay, per me, è il museo più bello di Parigi. Il periodo storico su cui si concentra – una trentina d’anni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento – è quello che mi ritrovo più spesso a guardare e copiare. Passo quindi intere giornate vagando per le collezioni, fantastico, poi torno a casa, leggo, mi metto a disegnare”.
Stavolta, Manuele Fior ha optato per la tecnica gouache “la sorella povera della pittura ad olio, ma comunque una tecnica molto pittorica, coprente, che permette di sovrapporre strato su strato e quindi di rimanere più tempo sulle immagini, di rilavorarle”. E ha costruito un racconto a più voci, che incrocia storie, aneddoti, personaggi e tempi diversi; un viaggio tra passato e presente, tra invenzione narrativa e memoria storica. Pubblicato il 17 settembre in Francia, il volume è ora disponibile anche in Italia per Coconino Press-Fandango. Mentre le tavole originali saranno esposte in mostra negli spazi della Galerie Martel di Parigi, sino al 14 novembre.
– Marta Pettinau
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