Serpentine Gallery, finisce l’era Julia Peyton Jones. Lascerà a luglio 2016 la direttrice che ha portato il centro londinese al successo globale
Louise Bourgeois, Frank Gehry, Damien Hirst, Rem Koolhaas, Jeff Koons, Oscar Niemeyer, Yoko Ono, Gerhard Richter, Andy Warhol, Ai Weiwei. Un repertorio dell’arte contemporanea degli ultimi decenni? Sì, ed è questo l’illustre “palmares” di cui può fregiarsi Julia Peyton Jones, direttrice delle Serpentine Galleries di Londra: il meglio dei tanti artisti – 2.876, dicono gli […]
Louise Bourgeois, Frank Gehry, Damien Hirst, Rem Koolhaas, Jeff Koons, Oscar Niemeyer, Yoko Ono, Gerhard Richter, Andy Warhol, Ai Weiwei. Un repertorio dell’arte contemporanea degli ultimi decenni? Sì, ed è questo l’illustre “palmares” di cui può fregiarsi Julia Peyton Jones, direttrice delle Serpentine Galleries di Londra: il meglio dei tanti artisti – 2.876, dicono gli archivi – con i quali ha avuto modo di lavorare nei 25 anni alla guida della prestigiosa istituzione. Ora ad allungare questo elenco ci penserà qualcun altro, visto che la Serpentine ha annunciato oggi che la Peyton-Jones lascerà l’incarico la prossima estate. Un personaggio di grande spessore, che ha fatto della Serpentine una delle gallerie di maggior successo a livello internazionale, attirando fino a 1,2 milioni di visitatori all’anno: ideando un progetto di successo come il Serpentine Gallery Pavilion, che quest’anno celebra la sua 15ma edizione.
Nessun problema alla base della decisione: “Ho voluto lasciare la Serpentine in un momento di forza e di successo”, ha commentato lei stessa. “È stato un grande onore esserne direttrice in questo periodo emozionante e lavorare con i migliori artisti, come con amministratori eccezionali. In particolare, voglio rendere omaggio a Hans Ulrich Obrist: collaborare con lui nel corso degli ultimi 10 anni per sviluppare ulteriormente la portata internazionale della Serpentine in tutti i suoi programmi è stato un privilegio incredibile”.
Già, perché il ritiro della Peyton-Jones segna anche la scissione della coppia d’oro che formava con il curatore svizzero, dal 2006 Co-Director of Exhibitions and Programmes e Director of International Projects. Inevitabile pensare proprio a lui come futuro direttore? E invece il comunicato ufficiale pare allontanare la possibilità, annunciando a breve l’avvio delle procedure per ricercare la nuova guida. Forse lo stesso, notoriamente eclettico e tarantolato Obrist, ha preferito tenersi libero da legami troppo vincolanti?
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