A Roma Teatri di Vetro racconta il senso e il volto delle comunità. Teatro, musica e danza, fra 9 location e tanta ricerca contemporanea
Nona edizione per Teatri di Vetro, Festival delle arti sceniche contemporanee diretto da Roberta Nicolai, che dal 1 al 15 novembre, a Roma, fa il punto sulle ultime ricerche nel campo del teatro, della danza e della musica. Titolo suggestivo, di matrice filosofica, mutuato da un celebre saggio di Giorgio Agamben: “La comunità che viene” punta tutto […]
Nona edizione per Teatri di Vetro, Festival delle arti sceniche contemporanee diretto da Roberta Nicolai, che dal 1 al 15 novembre, a Roma, fa il punto sulle ultime ricerche nel campo del teatro, della danza e della musica. Titolo suggestivo, di matrice filosofica, mutuato da un celebre saggio di Giorgio Agamben: “La comunità che viene” punta tutto sull’idea di scambio, di appartenenza, di comunicazione tra micro mondi interconnessi, che siano fatti da anziani, homeless, bambini, stranieri, artisti, viaggiatori, spettatori, abitanti di quartieri. Festival dell’inclusione, dunque, con un forte sguardo sociale e una sensibilità viva, che circola tra la linea dell’arte e quella dell’umanità, declinandosi al presente.
È il caso di Balletto civile col suo How Long Is Now#Roma, della Compagnia Enzo Cosimi con La bellezza ti stupirà o del collettivo Teatro Sotterraneo con Be Legend!, in cui pargoli, vecchi e vagabondi abiteranno lo spazio della scena. Oppure è il caso di Fanny&Alexander con Scrooge o di Fibre parallele con La Beatitudine, esplorando la dimensione dell’avarizia e del piacere, o ancora la compagnia Menoventi, nel concerto performativo Ascoltate! Cartoline a Roma, che parte da risultati di un’intervista somministrata a centinaia di turisti a Roma.
E poi, a proposito di piccole comunità, c’è il Trullo, quartiere romano di periferia, al centro di piccole ma radicali trasformazioni creative, che DOM/Leonardo Delogu e Valerio Sirna hanno attraversato e riletto ne L’uomo che cammina.
Citazioni e rivisitazioni di grandi maestri della letteratura e del teatro, con le coreografie di Paola Bianchi dedicate a Kantor, con lo spettacolo di Erosanteros che riparte da Brecht, con Lab121 che sceglie Agota Kristof o con quello di Miguel Bonneville che riprende la lezione di Simone De Beauvoir.
Tanta musica, infine, con la programmazione allestita al MACRO di via Nizza, tra esperimenti di elettronica ed elettroacustica: da Alex Marenga a MUVIC, da Simone Pappalardo e Gianni Trovalusci a Rinus Van Alebeek, da Evil Twin a Orchestra Circuiterie, fino a Samuel Kerridge. In tutto 34 rappresentazioni, 13 prime nazionali e 9 location, tra cui il Teatro Vascello, la Fondazione Volume!, l’Opificio Romaeuropa e il Teatro di Villa Torlonia.
– Helga Marsala
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