Ecco le immagini della prima grande mostra di Fernando Botero a Pechino. Un tripudio di selfie per il pubblico cinese: e scoppia la pace dopo il No datato 1992…
La Cina per la prima volta apre le sue porte, più precisamente le prestigiose porte del Museo Nazionale, ai voluttuosi dipinti di Fernando Botero (Medellín, 1932), artista colombiano che a 83 anni atterra a Pechino assieme a 96 opere della sua collezione personale. Si tratta di un evento carico di eccezionalità visto il precedente rifiuto, […]
La Cina per la prima volta apre le sue porte, più precisamente le prestigiose porte del Museo Nazionale, ai voluttuosi dipinti di Fernando Botero (Medellín, 1932), artista colombiano che a 83 anni atterra a Pechino assieme a 96 opere della sua collezione personale. Si tratta di un evento carico di eccezionalità visto il precedente rifiuto, datato 1992, di esporre alcune statue dell’autore nella celebre piazza Tiananmen. Lo storico No del governo cinese non è passato inosservato durante la conferenza stampa che ha preceduto l’apertura della mostra, ma il leggero imbarazzo si è sciolto nella promessa di collocare al più presto anche le statue dell’artista nella capitale. Nel frattempo, il pubblico cinese più impaziente potrà conoscere l’arte plastica del maestro a partire dal 21 gennaio a Shanghai per la seconda tappa della rassegna Botero in China, che vedrà l’esposizione di 151 pezzi tra dipinti, disegni e sculture.
TRIPUDIO DI SELFIE DEL PUBBLICO CINESE
Un’occasione culturale per il governo cinese e quello colombiano di festeggiare i 35 anni di relazioni diplomatiche: e l’opening di Beijing ne ha sottolineato tutta la solennità in grande stile, per le presenze politiche e per le dimensioni gigantesche del contenitore della mostra, il National Museum of China che, nella sua hall principale, faceva apparire anche le più alte personalità come fossero state minuscole formiche. La mostra si rivela un excursus della storia artistica del pittore: dal grande disegno a sanguigna Natura morta con paesaggio colombiano del 1974, alla ironica tela My room in Medellin, after Van Gogh del 2011. Il tripudio di selfie, scatti e apparecchi fotografici che si è scatenato all’apertura della mostra ha restituito un’immediata conferma dell’apprezzamento da parte pubblico cinese, divertito dall’ironia dei soggetti e dall’abbondanza delle forme: noi la vediamo in alcune immagini della gallery…
– Giorgia Cestaro
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