Firenze, vendesi Leopolda. Sede del Festival Fabbrica Europa e della kermesse renziana, la stazione cerca un nuovo proprietario. Con 7 milioni in tasca
FS METTE ALL’ASTA IL LUOGO SIMBOLO DEL RENZISMO Dici Leopolda e dici Matteo Renzi. Per il grande pubblico, quantomeno. Perché è qui, in questa affascinante sede per mostre, spettacoli, festival, concerti e meeting, che l’ex sindaco di Firenze lanciò nel 2010 l’omonima kermesse annuale, costruita a sua immagine e usata come strumento di aggregazione intorno […]
FS METTE ALL’ASTA IL LUOGO SIMBOLO DEL RENZISMO
Dici Leopolda e dici Matteo Renzi. Per il grande pubblico, quantomeno. Perché è qui, in questa affascinante sede per mostre, spettacoli, festival, concerti e meeting, che l’ex sindaco di Firenze lanciò nel 2010 l’omonima kermesse annuale, costruita a sua immagine e usata come strumento di aggregazione intorno al suo progetto politico.
Un luogo simbolico per la città, al centro oggi di sostanziali cambiamenti. La vecchia stazione di Viale Fratelli Rosselli è infatti in cerca di un nuovo proprietario. A metterla in vendita sono le Ferrovie dello Stato, o meglio Ferservizi Spa, parte del gruppo FS. L’operazione parte da una base gara di 7.200.000 euro e la dead line è fissata per mezzogiorno del prossimo 2 dicembre.
Parliamo di circa 5.200 mq, vecchi oltre 150 anni, valorizzati da un restauro di Gae Aulenti: la più antica stazione di Firenze, chiusa già nel 1860 e adibita nel tempo a molteplici utilizzi – sede espositiva, fabbrica di proiettili, officina di manutenzione treni, deposito ferroviario e infine spazio culturale polivalente – per i fiorentini è soprattutto il palcoscenico di eventi come il Festival Fabbrica Europa, Pitti Immagine, Taste, il Salone dello Studente, il Festival dell’energia e del design, la mostra su Ermenegildo Zegna, quella di Marco Bagnoli o Maurizio Nannucci curate da Risaliti o quella della Fondazione Trussardi curata da Gioni per il Centenario del Gruppo Trussardi. Giusto per fare degli esempi.
PITTI IMMAGINE O PALAZZO VECCHIO: CHI COMPRA LA LEOPOLDA?
Ma cosa cambierà domani? E chi potrebbe avere le risorse e l’interesse ad acquistare un simile contenitore? Naturale sarebbe l’intervento del Comune, con la possibilità di fare economia attraverso la gestione degli eventi e con l’obiettivo di inserire lo spazio nel circuito museale cittadino. Ma la cifra è cospicua, forse troppo per le casse comunali, anche se il diritto di prelazione resta proprio a Palazzo Vecchio.
Tra i concorrenti più accreditati c’è Pitti Immagine, già affittuaria della sede con un contratto in scadenza a fine 2015. L’acquisto, a fronte di un canone annuo di 324mila euro, sarebbe per Pitti una mossa sensata (poco più di 20 anni e l’edificio sarebbe ripagato al netto dei nuovi e profittevoli sviluppi). Ad oggi, però, nessuna dichiarazione ufficiale.
Quanto all’eventualità di una speculazione, con l’arrivo di un competitor forte e senza scrupoli, c’è poco da temere. Lo spazio di archeologia industriale è identificato dal Regolamento Urbanistico del 3 giugno 2015 come “emergenza di valore storico architettonico – beni culturali”, con un vincolo che lo riconosce complesso “di interesse culturale”, ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. È stato infatti necessario il nullaosta del Mibact per consentirne la vendita. Niente centri commerciali e agglomerati di uffici, dunque. Ma il destino della Leopolda, certamente, è a una svolta. Appena un mese di tempo per provare a giocarsi la partita.
– Helga Marsala
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