La Vienna Art Week segna l’avvio della stagione anche in Austria. Ecco tutti gli appuntamenti da non perdere in questo rituale collettivo, ecumenico, multiforme, espanso
L’arte contemporanea ha una sua mistica? Proprio no, a leggere della “artistizzazione dell’arte” nel recentissimo saggio del filosofo Mario Perniola, intitolato L’arte espansa (Einaudi). Eppure hanno una parvenza di sacro le celebrazioni annuali di eventi mirati a coinvolgere l’insieme del corpo sociale, a cominciare dalla loro stessa definizione, come la Vienna Art Week, che con […]
L’arte contemporanea ha una sua mistica? Proprio no, a leggere della “artistizzazione dell’arte” nel recentissimo saggio del filosofo Mario Perniola, intitolato L’arte espansa (Einaudi). Eppure hanno una parvenza di sacro le celebrazioni annuali di eventi mirati a coinvolgere l’insieme del corpo sociale, a cominciare dalla loro stessa definizione, come la Vienna Art Week, che con l’edizione 2015 (dal 16 al 22 novembre) è al suo undicesimo anniversario. A benedire la manifestazione con una festa inaugurale ci pensa la Casa d’aste Dorotheum, principale promoter della manifestazione. E poi via: duecento eventi per una settimana ricca e adatta a tutti i gusti.
Col tempo la “Settimana” viennese è cresciuta d’intensità mediatica, ma nella sostanza anche quest’ultima non è molto diversa dalle precedenti edizioni, solo il tema generale a fare la differenza: Creating Common Good. Etichetta che fa da titolo pure ad una mostra di indubbia portata sociale e politica con visioni alternative del mondo. Joseph Beuys e Atelier Van Lieshout nella numerosissima e variegata schiera di artisti, dislocata nelle sale della Kunst Haus, ovvero il pittoresco Museo Hundertwasser. In agenda, un vertice di curatori internazionali, ma arriva anche Saskia Sassen, sociologa ed economista statunitense, personaggio à la page in quanto autrice di un attualissimo saggio, tradotto in italiano con il titolo Espulsioni. Brutalità e complessità nell’economia globale (Il Mulino). Lei, un’intrusa nell’arte? No, “l’arte ha sempre affrontato le questioni sociali”, manda a dire Agnes Husslein-Arco, direttrice del Belvedere e del 21er Haus, due dei recapiti di spicco della manifestazione.
Naturalmente, visite guidate nei musei e ovunque, anche in molti atelier di artisti. Insomma, arte a non finire, visto che la “Settimana” si concluderà con un corposo intervento che si protrarrà per qualche mese ancora: da sabato 21 va in scena Baroque Baroque, una monografica di Olafur Eliasson, in parte retrospettiva, in parte site specific, al Palazzo d’Inverno del Principe Eugenio di Savoia.
– Franco Veremondi
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