Lo Strillone: la filosofia anti-archistar di Carlo Melograni su La Repubblica. E poi Salone del Libro di Torino, El Greco
“Oggi non si aspira alla modernità ma all’ultima moda, tralasciando le città“. Ha 91 anni, Carlo Melograni, storico progettista e militante contro la speculazione: ma conserva idee chiarissime su quel che deve essere l’architettura per essere autenticamente moderna. Lo intervista La Repubblica in occasione dell’uscita di un volume con la testimonianza di ciò che accadde […]
“Oggi non si aspira alla modernità ma all’ultima moda, tralasciando le città“. Ha 91 anni, Carlo Melograni, storico progettista e militante contro la speculazione: ma conserva idee chiarissime su quel che deve essere l’architettura per essere autenticamente moderna. Lo intervista La Repubblica in occasione dell’uscita di un volume con la testimonianza di ciò che accadde fra la fine della guerra e il 1960 (Architetture nell’Italia della ricostruzione, Quodlibet): “l’abitare non è relativo solo alla casa, ma a come ci si arriva, alle scuole, alle biblioteche, agli spazi verdi, ai servizi collettivi che le stanno intorno: è in poche parole che si racchiude la filosofia anti-archistar di Carlo Melograni”. Come la presenta il libro? “La storia c’è, però, come recita il sottotitolo, il filo che tiene insieme tante vicende e che poi si allunga oltre il 1960, arrivando a noi e affacciandosi oltre, è il conflitto modernità versus modernizzazione. Un conflitto che investe l’architettura, ma non solo”.
La speranza è che anche l’ultima polemica sia chiusa e che adesso si possa finalmente cominciare a preparare il Salone del Libro 2016. Il Corriere della Sera informa che “resta al suo posto, pur senza compenso, Ernesto Ferrero, direttore della rassegna torinese, prima dimissionato insieme a Rolando Picchioni e poi richiamato: una mossa per salvare la nave che rischiava di affondare dopo che Giulia Cogoli, direttrice designata, aveva rifiutato l’incarico per i contrasti con la presidente Giovanna Milella”. “Nella sua Creta non aveva certo fallito, essendosi affermato giovanissimo come uno dei più promettenti pittori di icone”. Ma la sua arte esplose dopo “l’approdo finale di Toledo, dove trascorse la seconda meta della sua esistenza”: è La Stampa a portare i propri lettori nel mondo di El Greco in occasione della mostra aperta a Treviso, alla Casa dei Carraresi.
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