Verso un nuovo museo per Fabriano? Da Giovanni Boldini ad Alberto Burri, a Piero Dorazio, ecco la collezione di Ester Merloni, erede della dinastia industriale
Un’importante donazione crea un nuovo focus sull’arte del Novecento nel centro Italia: l’eredità di Ester Merloni, primogenita di una stirpe imprenditoriale che ha legato a doppio filo, economico e politico, il suo destino a quello della cittadina marchigiana, va a comporre l’embrione di una preziosa collezione civica. Sotto il nome de “La casa di Ester”, […]
Un’importante donazione crea un nuovo focus sull’arte del Novecento nel centro Italia: l’eredità di Ester Merloni, primogenita di una stirpe imprenditoriale che ha legato a doppio filo, economico e politico, il suo destino a quello della cittadina marchigiana, va a comporre l’embrione di una preziosa collezione civica. Sotto il nome de “La casa di Ester”, fino all’8 novembre sono visibili nei locali della Pinacoteca Civica di Fabriano un trentina di opere rappresentative del secolo scorso: con una coda nell’ottocento rappresentata da un ritratto di signora di Giovanni Boldini.
L’esposizione parte dagli anni Venti-Trenta di Balla, de Chirico, De Pisis e Savinio per approdare al dopoguerra con Lucio Fontana, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Emilio Vedova, e una nutrita presenza di opere di Piero Dorazio, di cui la signora era collezionista ed amica. Il percorso tocca poi gli anni Sessanta con Piero Manzoni, Afro Basaldella e Giulio Turcato, la scultura degli anni Ottanta con Edgardo Mannucci, Giacomo Manzù, Arnaldo Pomodoro, per concludere con l’ultimo decennio di Domenico Bianchi, Enrico Castellani, Carlo Maria Mariani e Nunzio.
Salutata come speranza di ripresa dalla crisi in un territorio in cerca di nuove vie di sviluppo, l’operazione presenta, nell’allestimento e nell’organizzazione, ancora qualche incertezza e poca chiarezza di intenti. L’auspicio è che la volontà politica sappia accogliere e valorizzare al meglio ciò che ha le potenzialità per divenire un punto di eccellenza culturale nel territorio.
– Valeria Carnevali
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