C’è una mostra al Maxxi. Ottime sensazioni dal grande progetto espositivo dedicato a Istanbul, fra creatività e sociologia: ecco immagini e video da Roma
La mostra si intitola Istanbul. Passione, gioia, furore, ma più che l’immagine della Capitale turca in senso lato, l’elemento che emerge come assiale in tutto il concept è quello di Gezi Park. Perchè le proteste nate nel parco e la successiva repressione non sono state solo un evento di cronaca, neanche un semplice episodio dalla […]
La mostra si intitola Istanbul. Passione, gioia, furore, ma più che l’immagine della Capitale turca in senso lato, l’elemento che emerge come assiale in tutto il concept è quello di Gezi Park. Perchè le proteste nate nel parco e la successiva repressione non sono state solo un evento di cronaca, neanche un semplice episodio dalla valenza sociologica: sono state – come ha raccontato la curatrice Ceren Erdem, che presto leggerete con diffusione nell’intervista che ha rilasciato ad Artribune – un evento dalla portata epocale, uno di quei momenti che segnano un “prima” e un “dopo”.
E anche le opere selezionate per la mostra che si apre oggi al Maxxi di Roma, evitano la semplice descrizione, focalizzando gli effetti, le cause e le conseguenze degli eventi nella coscienza collettiva: anche degli artisti, alcuni dei quali presenti – è ancora la curatrice a parlare – con lavori iniziati prima di quel giorno del maggio 2013 e conclusi dopo, sull’onda emotiva e passionale.
Nel complesso 45 tra artisti, architetti e intellettuali, per un percorso che coinvolge oltre 100 tra grandi opere, nuove produzioni artistiche, testimonianze audio e video in una molteplicità di linguaggi ed espressioni. Per una mostra – curata da Hou Hanru, Ceren Erdem, Elena Motisi e Donatella Saroli – che a fine percorso lascia la sensazione di un pugno allo stomaco: forte, intensa, profonda, l’esempio di quel che deve (o dovrebbe) fare un museo come il Maxxi. Per ora tralasciamo nomi, storie, inflessioni, che leggerete nella prossima recensione: e vi rimandiamo al video e alla fotogallery qui sotto…
– Massimo Mattioli
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