Lo Strillone: i misteri del Bambin Gesù attribuito a Pinturicchio su Libero. E poi Salvatore Quasimodo vincolato, Henri de Toulouse-Lautrec a Roma
“Una storia di intrighi e scoperte artistiche, da prendersi con la dovuta cautela, ma che al di là della vera o presunta realtà storica, affascinerà sicuramente quella parte di pubblico che adora i misteri”. E affascina anche noi, la mostra Pinturicchio. Il Bambin Gesù delle Mani, curata da Franco Ivan Nucciarelli al Museo d’Arte Moderna […]
“Una storia di intrighi e scoperte artistiche, da prendersi con la dovuta cautela, ma che al di là della vera o presunta realtà storica, affascinerà sicuramente quella parte di pubblico che adora i misteri”. E affascina anche noi, la mostra Pinturicchio. Il Bambin Gesù delle Mani, curata da Franco Ivan Nucciarelli al Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo, di cui parla Libero: “nel 2004, sul mercato antiquario compare un dipinto murale raffigurante il Bambin Gesù benedicente, sorretto da un misterioso intreccio di tre mani. Lo storico dell’arte Nucciarelli lo individua e ne ricostruisce la curiosa vicenda. Per lui si tratta di un frammento dell’affresco de Il Bambin Gesù delle Mani (1492 ca) di Bernardino di Betto Betti, detto Pinturicchio (Perugia, 1452 ca-Siena, 1513), un tesoro dell’arte umbra rinascimentale, che verrà in seguito esposto al Guggenheim di New York e al Musée Maillol di Parigi”. Quali i misteri? “Era stato il Vasari a narrare dell’esistenza di quest’opera nelle Vite, però la descrizione della scena sembrava così scandalosamente inammissibile, da far ritenere la notizia un falso”.
Mossa del ministero: procedura per vincolare i beni di Quasimodo. La notizia la dà il Corriere della Sera: “il ministero per i Beni e le attività culturali ha avviato la procedura per la dichiarazione di interesse storicoartistico sul lotto 401 dell’asta di Bolaffi prevista oggi a Torino. Il lotto comprende i documenti riguardanti il Nobel per la letteratura ricevuto da Salvatore Quasimodo nel 1959 e che il figlio Alessandro ha deciso di mandare all’incanto”. Henri de Toulouse-Lautrec arriva a Roma, presso l’Ara Pacis, con una grande mostra di circa 170 opere provenienti dal Museo di Belle Arti di Budapest: e Claudia Colasanti su Il Fatto Quotidiano ne anticipa i contenuti. “Come spesso accade, il tempo – in questo caso appena un centinaio d’anni – ha mutato di segno il suo temperamento sregolato, descrivendo un’insospettabile parabola al contrario: Lautrec è, per noi, il vero padre della vita moderna”.
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