I marmi del Partenone addobbati con borsette, foulard e occhiali da sole. L’ultima campagna Gucci fa insorgere il Club Unesco
A follow-up to #Gucci’s online project #GucciGram, new talents posted spontaneous works – their own spin of House prints Blooms and Caleido. Graphic designer Derya Çakırsoy @deryaacakirsoy accessorised Greek-style statues with #GGBlooms and #GGCaleido bags and sneakers. #AlessandroMichele Un video pubblicato da Gucci (@gucci) in data: 26 Dic 2015 alle ore 03:11 PST L’ultima trovata […]
L’ultima trovata per una campagna di moda? L’ha avuta Gucci, che sul suo account Instagram ha recentemente pubblicato delle animazioni, firmate dalla digital artist Derya Ayhan Cakirsoy, con le quali ha “addobbato” i marmi del Partenone con gli accessori della nota maison. Proprio quei marmi Elgin che sono da sempre il nervo scoperto tra Grecia e Inghilterra, colpevole di averli sottratti al Paese d’appartenenza e continuare a tenerli anche sotto l’egida dell’Unione Europea.
Draped in #GGBlooms and #GGCaleido accessories, a #GucciGram spontaneous work by @deryaacakirsoy. #AlessandroMichele Un video pubblicato da Gucci (@gucci) in data:
Adesso oltre al danno anche la beffa. L’affronto ha fatto indignare il Club Unesco del Pireo e delle Isole, che ha definito l’operazione commerciale un atto vandalico, una mancanza di rispetto per il patrimonio comune e una burla per la battaglia di milioni di greci che reclamano la loro cultura e i loro diritti.
Come ha rilevato Valentina Porcheddu nel suo intervento online sul quotidiano Il Manifesto, prima della Cakirsoy un altro fotografo – Léo Caillard – aveva curato un progetto simile, intitolato Hipster in Stone, con alcune divinità del Pantheon e altre icone del Louvre vestite in abiti contemporanei. E Gerald Bruneau, al museo archeologico di Reggio Calabria, aveva acconciato i Bronzi di Riace come due spogliarellisti trans. Ma in questo caso inglese ci sarebbero più implicazioni politiche, sociali e simboliche. Mettere una borsetta in mano ad una statua di Fidia significa prostituire la cultura o è un gioco senza nessun peso ideologico?
– Federica Polidoro
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