“Katz und Maus”, il gatto e il topo. Cattelan e Ferrari, l’artista e il fotografo: grande collaborazione per tutto il 2016 sull’inserto del settimanale tedesco Die Zeit
In fondo Maurizio Cattelan con il pubblico dell’arte, e non solo, ha sempre giocato come il gatto con il topo. Ed eccolo sbucare di sorpresa, con una foto di grande richiamo visivo per via di uno sfondo rosso acceso – inaggirabile al pari di un trauma – intitolata Katz und Maus, tra le pagine tedesche […]
In fondo Maurizio Cattelan con il pubblico dell’arte, e non solo, ha sempre giocato come il gatto con il topo. Ed eccolo sbucare di sorpresa, con una foto di grande richiamo visivo per via di uno sfondo rosso acceso – inaggirabile al pari di un trauma – intitolata Katz und Maus, tra le pagine tedesche del magazine di Die Zeit, uno dei più illustri settimanali in circolazione, inconfondibile per grafica e formato cartaceo da quotidiano (seppure Magazin sia edito nel formato tipico di una rivista). Così lo annuncia la redazione ai suoi lettori: “Maurizio Cattelan è uno dei più influenti artisti italiani. Dal 2009 lavora con il fotografo Pierpaolo Ferrari. Quest’anno produrranno ogni settimana un’immagine per ZEITmagazin”. Ossia, una minuscola didascalia in fondo a pagina 16, sotto l’immagine del loro primo intervento. Attenti a quei due, insomma, avverte il settimanale di politica, economia, sapere e cultura, edito ad Amburgo, città al vertice dell’Europa, bella e vitale, la cui area metropolitana supera i 5 milioni di abitanti. Fuori dalla mitopoiesi di massa della Berlino contemporanea, molti la considerano la vera capitale tedesca in numerosi campi.
IN COPERTINA CI SONO ELMGREEN & DRAGSET
Però, come interpretare l’immagine del piccolo micio bianco, visibilmente innocuo, e a sua volta ignorato dalla tranquilla comunità di topolini cavia che lo circonda? Ci sarà, forse, un ironico riferimento alla scoperta scientifica divulgata qualche tempo fa, secondo cui il cervello dei topi è privo di una proteina che invece negli uomini protrae nel tempo il ricordo di traumi, determinando ansie e paure? Quale prospettiva, per il genere umano, poter mutare il proprio stato coscienziale senza più ricordi traumatici? Ma già la copertina della rivista punta a qualcosa di curioso con un dettaglio familiare, però di incerto contesto semantico: una maniglia e una serratura. Tutto chiarito a pagina 3, dove viene mostrata per intero l’immagine che si manifesta come paradossale metafora dell’accoglienza verso chi, di questi tempi, ti bussa alla porta. Titolo: Willkommen, benvenuto. È un’opera del binomio scandinavo Elmgreen & Dragset. Non per nulla, però, a pagina 5, il titolo dell’editoriale dedicato alla beffarda attività artistica dei due è un benvenuto con il punto interrogativo…
– Franco Veremondi
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