Bologna Updates: com’è andata Arte Fiera 2016? Ce lo dicono in video i galleristi. Che chiedono grandi cambiamenti
Come per ogni fiera, come per ogni edizione di ogni fiera, alla fine la parola la diamo ai veri protagonisti: i galleristi. Sono loro in ultima analisi a poter dire dal punto di vista più corretto – che è quello prevalente, in un evento commerciale – se Arte Fiera 2016 ha raggiunto gli obbiettivi che […]
Come per ogni fiera, come per ogni edizione di ogni fiera, alla fine la parola la diamo ai veri protagonisti: i galleristi. Sono loro in ultima analisi a poter dire dal punto di vista più corretto – che è quello prevalente, in un evento commerciale – se Arte Fiera 2016 ha raggiunto gli obbiettivi che si era prefissata, e in che termini. E sono loro a poter suggerire correttivi, confermare o smentire le ultime novità, tracciare nuovi trend che si affacciano fra visitatori e acquirenti. E quest’anno, on record e off record, lo hanno fatto in maniera particolarmente evidente. Si capisce tra le righe (anche tra le righe di chi è ritenuto soddisfatto delle vendite) dei galleristi che abbiamo intervistato: la domanda è unica, compatta e accorata ed è una domanda di grande e radicale cambiamento della fiera. Una rassegna che deve affrontare i suoi limiti e riformattare i suoi confini (occuparsi solo di arte del secondo Novecento? Potrebbe essere un’idea). E che deve affrontare l’edizione 2017 all’insegna di una decisa discontinuità rispetto agli ultimi anni.
Ecco dunque le nostre interviste video alle gallerie De Foscherari di Bologna, Pack di Milano, Michela Rizzo di Venezia, A Arte Studio Invernizzi di Milano, Repetto di Londra, Scaramouche di New York, Eduardo Secci di Firenze, Sara Zanin di Roma, Marco Rossi di Milano, Lo Scudo di Verona, Riccardo Costantini di Torino…
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