Bologna Updates: mostre, fiere, film. Ecco la TOP 5 dell’art week bolognese secondo la redazione di Artribune
1. La camera a cura di Simone Menegoi Una mostra intellettuale, elegante, chic, alta, avvincente, secca, pulita. Quando entri non ti sembra di stare in una specie di struttura prefabbricata ricava nel bel mezzo della sala convegni di una banca, eppure tutto si svolge lì. Grandi congratulazioni a Simone Menegoi che ordina una delle mostre […]
1. La camera a cura di Simone Menegoi
Una mostra intellettuale, elegante, chic, alta, avvincente, secca, pulita. Quando entri non ti sembra di stare in una specie di struttura prefabbricata ricava nel bel mezzo della sala convegni di una banca, eppure tutto si svolge lì. Grandi congratulazioni a Simone Menegoi che ordina una delle mostre di fotografia più centrate che mai e anche alla Banca di Bologna ospitante e sponsorizzante.
2. Fruit
Finalmente la fiera di editoria indipendente ha deciso di svolgersi in contemporanea ad Arte Fiera. Pregi e difetti, chiaro: da una parte l’afflusso maggiore di pubblico dovuto alla presenza della principale fiera italiana, dall’altra sicure distrazioni e pubblico che giocoforza è costretto a passare e scappare perdendosi interessanti dibattiti e presentazioni. Sopra a tutto ciò la qualità media degli espositori e dei progetti visti tra i banchetti di Palazzo Re Enzo: alta.
3. Nè qui, né altrove di Giuseppe Pietroniro e Marco Raparelli
Nel cortile mai utilizzato prima di un palazzo nobile nel cuore della città Giuseppe Pietroniro e Marco Raparelli, artisti romani non più definibili “giovani” ma che conservano una grande voglia di divertirsi e di riflettere, riallestiscono con risultati straordinari una mostra\finta-fiera durante la quale anni fa, in un museo di Roma, sempre in coppia, prendevano per i fondelli i tic del mercato e del sistema dell’arte. Irresistibile.
4. Fondazione Mast
Sempre alto, anzi altissimo livello. Sotto tutti i punti di vista. Dagli allestimenti all’accoglienza passando per le visite guidate. E poi ci sono le mostre che riescono addirittura a dribblare il rischio noia di qualche esposizione di fotografia storica. Un posto che ti rende orgoglioso, una volta tanto, di essere italiano…
5. The River of Fundament, di Matthew Barney
Pochi lo direbbero, ma il primo vero appunto all’operazione Barney sono le oltre 6 ore di durata di The River of Fundament. Tantissime, difficilmente sostenibili in senso assoluto: ma pressochè improponibili in giornate frenetiche come quelle di Arte Fiera. Resta un evento di prestigio, che per una serata ha proiettato Bologna sulla scena globale: e resta l’occasione unica – per chi c’era – per poter dire la propria su un’opera comunque fondamentale, difficilmente visibile altrimenti.
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