Dal Premio Pulitzer al cinema. Nelle sale il caso degli abusi sessuali dei preti di Boston su generazioni di minori: film in lizza per 6 Oscar
L’indagine che ha vinto il Premio Pulitzer arriva al cinema col titolo Il caso Spotlight, dal nome del team di giornalisti del Boston Globe che se ne occupò. Era il 2002, e l’inchiesta era destinata a fare grande clamore: furono smascherati decenni di abusi di ecclesiastici ai danni di minori, sistematicamente coperti dalle alte cariche […]
L’indagine che ha vinto il Premio Pulitzer arriva al cinema col titolo Il caso Spotlight, dal nome del team di giornalisti del Boston Globe che se ne occupò. Era il 2002, e l’inchiesta era destinata a fare grande clamore: furono smascherati decenni di abusi di ecclesiastici ai danni di minori, sistematicamente coperti dalle alte cariche religiose. La Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori il 4 febbraio ha assistito ad una proiezione privata del film a Roma. Papa Francesco ha istituito questa commissione, composta da preti e vittime di abusi sessuali nel 2014. Alla sua guida c’è il Cardinale Sean O’ Malley, subentrato a capo dell’Arcidiocesi di Boston, dopo il trambusto suscitato dall’inchiesta. L’anno scorso Papa Francesco ha anche istituito un nuovo tribunale Vaticano per perseguire i vescovi accusati di coprire i sacerdoti che hanno commesso tali abusi.
I MEDIA INTERNAZIONALI COI FARI PUNTATI SULLA SANTA SEDE
Ovviamente la notizia ha fatto scalpore e molte testate internazionali hanno dedicato approfondimenti alla questione. Il Los Angeles Times, Deadline, The Guardian e altre testate hanno polemizzato sull’assenza del Papa alla proiezione, insistendo sulla “resistenza silenziosa” in Vaticano e sulla mancanza di risoluzioni drastiche da parte del pontefice. In particolare sul Guardian Stephanie Kirchgaessner scrive: “Mentre Papa Francesco è venerato come diplomatico e avvocato per i poveri e per l’ambiente, molti attivisti, vittime di abusi, ritengono che non stia facendo abbastanza per combattere queste problematiche in corso”. Intanto il film è candidato a sei Oscar: Miglior Film, Miglior Regia (Tom McCarthy), Miglior Attrice e Attore non protagonisti (Rachel McAdams e Mark Ruffalo), Migliore Sceneggiatura Originale e Miglior Montaggio. Ha già fatto incetta di riconoscimenti importantissimi tra cui Sag, Bafta e Critics’ Choice Awards.
– Federica Polidoro
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati