Diller Scofidio + Renfro sovrani di California. Dopo il Broad Museum, firmano il nuovo Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive: ecco le immagini
Dopo una lunga gestazione, durante la quale non è mancato neppure il passaggio di testimone tra Toyo Ito e i newyorkesi Diller Scofidio + Renfro nel 2010, il 31 gennaio scorso in California è entrato finalmente in funzione il nuovo Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive, tra i più grandi musei d’arte universitari degli […]
Dopo una lunga gestazione, durante la quale non è mancato neppure il passaggio di testimone tra Toyo Ito e i newyorkesi Diller Scofidio + Renfro nel 2010, il 31 gennaio scorso in California è entrato finalmente in funzione il nuovo Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive, tra i più grandi musei d’arte universitari degli Stati Uniti. Dopo aver inaugurato, il 20 settembre 2015, il Broad Museum sulla Grand Avenue di Los Angeles – “il velo e la volta”, come è stato ribattezzato, con la distintiva facciata alveolare in calcestruzzo, acciaio e fibra di vetro -, per Elizabeth Diller, Ricardo Scofidio e Charles Renfro è tempo di presentare un altro intervento, sempre in ambito culturale. Per il nuovo BAMPFA di Berkeley, ubicato nelle immediate vicinanze del celebre campus universitario californiano, i progettisti del parco della High Line di New York si sono dovuti misurare con una preesistenza in stile Art Déco. Inglobandone i volumi, risalenti al finire degli anni Trenta: l’edificio ampliato risulta caratterizzato dall’andamento avvolgente di una nuova copertura in acciaio, capace di piegature, adattamenti ed evoluzioni, un involucro che si estende e propaga sui prospetti e le sue mutazioni si riflettono negli spazi interni.
19MILA OPERE D’ARTE E 17.500 PELLICOLE CINEMATOGRAFICHE
Nel definire la relazione tra la nuova e la precedente struttura, Renfro ha evocato l’efficace immagine di un “drappeggio impigliato sugli angoli”, esprimendosi in termini di “a dramatic public spine that begins as a cantilevered cafe marking the building’s entrance, and culminates in an indoor theater on the other end of the site”. Il BAMPFA risulta ora dotato di due cine-teatri, di quattro centri studi e di vari spazi di dimensioni eterogenee, destinati ai laboratori d’arte o alle numerose attività attraverso le quali il centro multifunzionale adempie al proprio ruolo. Istituito negli anni Sessanta per “ispirare l’immaginazione e accendere un dialogo critico attraverso l’arte e il cinema” e fin da allora impegnato ad estendere la propria azione oltre i limiti dell’utenza universitaria, il BAMPFA sviluppa programmi culturali – con cineforum, spettacoli dal vivo, conferenze e mostre – per ciascuna delle 52 settimane dell’anno. Racchiude un patrimonio di 19mila opere d’arte e 17.500 pellicole cinematografiche e possiede un’interessante inclinazione esterofila, riflessa nella presenza di collezioni risalenti ai periodi Ming e Qing o di testimonianze della dinastia indiana Moghul, per citare alcuni esempi.
UN “WALL ART” DI 144MQ
Proprio per questo non stupisce la scelta di affidare all’artista cinese Qiu Zhijie la prima opera site-specific del proprio “Wall Art” di 144mq, lo spazio collocato in facciata per innescare un dialogo ininterrotto con la città. E in seguito a tale intervento – legato al giardino cinese – il BAMPFA ha dichiarato di affidare il muro, due volte l’anno, ad artisti internazionali invitandoli a sviluppare progetti temporenei.
– Valentina Silvestrini
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