Il cibo ai tempi della crisi. Cyber, OGM, a km0, riciclato. A Trieste 22 artisti dicono la loro con una mostra e un programma di incontri: ecco le immagini
“Bisogna mangiare. Bisogna mangiare. Perché se non mangi, non puoi morire”. Così Ugo Tognazzi spronava Michel Piccoli ne La Grande abbuffata a rimpinzarsi a dismisura, fino a farla finita. Era il 1973 e con la regia di Marco Ferreri il film criticava aspramente la società dei consumi di allora con la storia di quattro suicidi, intorno a […]
“Bisogna mangiare. Bisogna mangiare. Perché se non mangi, non puoi morire”. Così Ugo Tognazzi spronava Michel Piccoli ne La Grande abbuffata a rimpinzarsi a dismisura, fino a farla finita. Era il 1973 e con la regia di Marco Ferreri il film criticava aspramente la società dei consumi di allora con la storia di quattro suicidi, intorno a un banchetto ai limiti del grottesco. Il cibo dunque come metafora della decadenza del Capitale. Nel 2016, in epoca di crisi si mangia ancora, ma in maniera differente. Ed ecco che la Casa dell’Arte di Trieste si inventa – per il ciclo Immaginario oltre la crisi – il progetto #2 uguale la merenda: in tempi di ristrettezza, il cibo diventa qualcosa da “meritarsi”.
UNA NUOVA IDENTITÀ CYBER-AGRICOLA
Fatto sta che 22 artisti, nelle 13 associazioni che fanno parte di La Casa dell’Arte (Nina Alexopoulou, Elisa Biagi, Guido Cecere, Marcela Cernadas, Margherita Chinchio, CTRLZAK, Cecilia Donaggio, Fabiola Faidiga, Fabrizio Giraldi, Ir-Recuperabili, Cristina Lombardo, Love Bugs, Emanuela Marassi, Adriano Perini, Isabella Pers, Tiziana Pers, Renzo Possenelli, Fabio Rinaldi, Barbara Romani, Spiazzi Verdi, Barbara Stefani, Paola Vattovani) si sono voluti confrontare sul tema, in tutte le declinazioni alimentari oggi in voga: dagli orti urbani alle reti sociali (si parla di prosumer, il produttore-consumatore), ai cibi a km0, agli OGM, al crudismo, fino al food design e al riciclo. Temi oggetto anche di una serie di incontri realizzati in occasione del progetto: in cui emerge forte, a prescindere dalle etichette, il desiderio di delineare una nuova identità cyber-agricola che coniuga, in questo caso attraverso l’arte, il ritorno alla terra, ma sempre con un palmare ben connesso nella mano sinistra. Mostra e incontri sono in programma fino al 28 febbraio: noi ne vediamo un po’ di immagini nella fotogallery…
– Santa Nastro
Fino al 28 febbraio 2016
Sala Veruda – Palazzo Costanzi, Trieste
http://www.casadellarte.it/
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