Lo Strillone: gli scrittori denunciano Google per i diritti d’autore su Milano Finanza. E poi troppi restauri per Leonardo, Pistoia Capitale
“Nel 2015 [Google] ha registrato un fatturato di quasi 75 miliardi di dollari. Un’indagine di Authors Guild dello stesso anno sui redditi annuali degli scrittori dal 2009 ha rilevato un calo del 67% a svantaggio di autori con 15 o più anni di esperienza. La maggior parte degli intervistati, se dovesse vivere unicamente dei proventi […]
“Nel 2015 [Google] ha registrato un fatturato di quasi 75 miliardi di dollari. Un’indagine di Authors Guild dello stesso anno sui redditi annuali degli scrittori dal 2009 ha rilevato un calo del 67% a svantaggio di autori con 15 o più anni di esperienza. La maggior parte degli intervistati, se dovesse vivere unicamente dei proventi della scrittura, sarebbe al di sotto della soglia di povertà”. Sono questi i presupposti per il processo che probabilmente segnerà un’era in tema di diritti d’autore, e che appunto vede contrapposti davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti Google e la Authors Guild. Ne parla Milano Finanza, che ricorda che la sentenza “dovrà decidere se la società di Larry Page e Sergey Brin aveva il diritto di copiare milioni di volumi senza pagare un centesimo”. Da dove prende spunto l’azione? “Nel 2004 Google ha inviato i suoi furgoni alle biblioteche e si è portata via circa 20 milioni di volumi. Li ha copiati tutti, coperti o meno da diritto d’autore. Non ha chiesto il permesso né agli autori, né agli editori, e non ha offerto alcun compenso per il loro sfruttamento”.
Troppi restauri per Leonardo: l’allarme lo lancia Pierluigi Panza sul Corriere della Sera, riflettendo sul fatto che i sei olii custoditi al Louvre “stanno passando uno a uno sotto i raggi x, gli infrarossi e, infine, sgarzino e pennello del restauratore. Nel 2012 fu la Sant’Anna, La Vergine, il Bambino ad essere restaurata, con il risultato che due conservatori, Ségolène Bergeon Langle e Jean-Pierre Cuzin, si dimisero dal comitato scientifico a causa di un restauro ‘troppo invasivo’. Nel 2015 è stata la volta della Belle Ferroniere, alla quale è stata fatto un tagliando prima di mettersi in mostra a Palazzo Reale di Milano per Expo. Ora è la volta del San Giovanni, pure lui in mostra per Expo e nel 2009 a Palazzo Marino, opera che Leonardo tenne con sé sino alla morte, già restaurata e riverniciata una decina di volte”. Pistoia riparte dal centro: La Repubblica pensa alla futura Capitale italiana della Cultura 2017 e si reca a Pistoia, che si e conquistata il titolo battendo concorrenti agguerrite come Parma e Spoleto: “dotata di una bellezza che a prima vista può sembrare meno abbagliante rispetto a quella di Firenze, Siena o Lucca, ha presentato un progetto di riqualificazione urbana che mette insieme istituzioni, Regione, diocesi, banche locali e camera di commercio per un investimento complessivo di 21 milioni”.
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