Lo Strillone: in arrivo l’Istituto nazionale per l’archeologia su Il Messaggero. E poi il ritorno della Testa di Ade, patto per il Salone del Libro
Beni culturali, in arrivo l’Istituto nazionale per l’archeologia. Lo scrive Il Messaggero, secondo cui “il tema ‘caldo’ della tutela del patrimonio archeologico sembra destinato ad essere sempre più protagonista della riforma voluta dal ministro della Cultura Dario Franceschini”. Come? Con “un istituto nazionale, interno alle forze del Ministero, dedicato al patrimonio archeologico. Un ente pubblico […]
Beni culturali, in arrivo l’Istituto nazionale per l’archeologia. Lo scrive Il Messaggero, secondo cui “il tema ‘caldo’ della tutela del patrimonio archeologico sembra destinato ad essere sempre più protagonista della riforma voluta dal ministro della Cultura Dario Franceschini”. Come? Con “un istituto nazionale, interno alle forze del Ministero, dedicato al patrimonio archeologico. Un ente pubblico che coordini tutte le attività di scavo sul territorio italiano, ma anche tutti quegli interventi di scavo archeologico all’estero che abbiano una partecipazione italiana, tra maestranze, risorse e attrezzature. In sostanza, quello che Franceschini ha ribadito a Montecitorio ieri è che ‘con la riforma si rafforza la tutela del patrimonio’. Parole che hanno un peso specifico in queste ore, visto che la cornice istituzionale dell’audizione è stata preceduta nei giorni scorsi da un valzer di polemiche e giornate di sit-in alle porte del Collegio Romano da parte del personale dipendente dei Beni culturali. Chissà che la nascita di un nuovo Istituto per l’archeologia italiana non rassereni gli animi”.
Archeologia anche sul Corriere della Sera, che informa che “è stata presentata a Enna, nell’auditorium della Procura, la ‘Testa di Ade’, detta anche Barbablù, restituita dal J.P. Getty Museum di Los Angeles che l’aveva acquistata nel 1985. Il trasporto del reperto, che sarà sistemato nel museo di Aidone, è stato fatto dai carabinieri del comando Tutela patrimonio culturale. La scultura era stata trafugata negli anni Settanta”. Un patto per il Salone del Libro: è il dorso torinese de La Stampa a notare come “in questi anni, non solo il mondo dell’editoria, ma tutto quello della comunicazione ha subito un tale sconvolgimento che sarebbe davvero assurdo non prenderne atto, il problema non è tanto quello di scegliere le persone giuste per l’inevitabile aggiornamento della manifestazione nazionale più importante nel settore, ma di individuare un nuovo modello per avvicinare la lettura del libro ai modi con i quali le generazioni più giovani sono abituate a soddisfare le loro curiosità culturali e informative”.
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