Sequestrato a Roma il centro culturale Casale dei Cedrati. Era l’unico spazio d’arte aperto nella capitale nel 2015
Se ormai in Italia, e soprattutto a Roma, non si fosse abituati al totale sovvertimento di ogni logica, ci sarebbe da pensare a una burla. Non sembrerebbe davvero possibile che nella città da anni, da decenni schiava di abusi e illegalità, proprio in queste settimane terremotata dall’ennesimo scandalo di affittopoli, con inquilini che occupano da […]
Se ormai in Italia, e soprattutto a Roma, non si fosse abituati al totale sovvertimento di ogni logica, ci sarebbe da pensare a una burla. Non sembrerebbe davvero possibile che nella città da anni, da decenni schiava di abusi e illegalità, proprio in queste settimane terremotata dall’ennesimo scandalo di affittopoli, con inquilini che occupano da decenni abitazioni di proprietà del Comune senza che nessuno chieda loro conto dell’abusivismo, la Polizia Municipale si precipiti a sgomberare e a mettere i sigilli a uno spazio culturale che si stava ritagliando un ruolo centrale per dinamismo e scelte operative. Avete capito bene: a Roma ci sono oltre 100 palazzi occupati, decine di finti centri sociali (in realtà discoteche di quart’ordine) dove si offrono servizi in concorrenza sleale e fuori da qualsiasi norma, ma la città si affanna a chiudere l’unico spazio culturale di qualità aperto nell’arco di tutto il 2015. Questo è accaduto al Casale dei Cedrati: dove le attività attualmente in corso sono state bruscamente interrotte senza il minimo preavviso, e dopo appena due giorni si è conclusa la quarta residenza creativa che vedeva coinvolti gli artisti Simone Pontecorvo e Saleh Kazemi “che avevano cominciato a lavorare sulle suggestioni del luogo, il primo con il ricamo il secondo con il disegno”, spiegano gli organizzatori.
SEI MOSTRE GIÀ ALLESTITE NEL CASALE
La motivazione dell’azione? Presunti abusi edilizi, “tutti da dimostrare”, è il commento. “La società Casale dei Cedrati”, racconta Lori Adragna, curatrice della parte artistica del Casale, “ha vinto nel 2013 il primo bando pubblico di messa a reddito di un casale in una villa storica. Attraverso più di due anni ha raccolto le autorizzazioni richieste per la rifunzionalizzazione necessaria dopo oltre dieci anni di abbandono e degrado, investendo più di 300mila euro. Nell’ottobre 2015 la società ha ottenuto in adozione dal Dipartimento Ambiente del Comune, lo storico Giardino dei Cedrati, che abbiamo riportato alla bellezza di un tempo rendendolo fruibile in collaborazione con il Servizio Giardini”. Dalla riapertura, il Casale ha proposto, con grande partecipazione di pubblico, ben 6 mostre di giovani artisti internazionali: Alessandro Calizza, Iulia Ghita, Pablo Mesa Capella, Ginevra Napoleoni, Grazia Amendola e Solmaz Vilkachi. Ma poi anche 40 laboratori creativi, 5 corsi di lingua, 20 visite guidate ai giardini, 20 corsi sportivi. E poi una deliziosa libreria a un ottimo caffè, con prodotti di eccellenza e ragazzi competenti al bancone: una rarità a Roma. Ora magari si potrà ovviare piazzando nel giardino dei Cedrati un bel camion bar di qualche nota famiglia mafiosa, su di loro il racket della burocrazia non si accanisce mai.
IL RACKET DELLA BUROCRAZIA
Insomma tu piccolo imprenditore o piccolo consorzio vinci un bando pubblico. Ti assegnano un immobile rispetto al quale ti dicono devi soltanto apportare qualche miglioria e poi ti accorgi che ci sono da spendere 300mila euro per ripartire. Fai ogni passo di concerto con l’ente che ti ha concesso il bene. La cosa ti richiede oltre 2 anni di calvario perché la controparte ha i suoi tempi. Appronti un bookshop e una piccola ristorazione come il bando richieste, ma questo non basta ad evitare un sequestro che arriva dopo soli due mesi dall’inizio delle attività ma dopo uno stillicidio continuo di verbali, sanzioni e contestazioni: ciò che un ufficio chiede come obbligatorio è considerato abusivo da un altro ufficio. Uffici della stessa, atroce amministrazione di una Capitale malata. L’unica città d’Europa che si fa in quattro per tutelare chi delinque così come si fa in quattro per trovare il modo di ostacolare chi intraprende e fa qualità. Il Casale dei Cedrati tornerà allo stato di pericoloso abbandono e vandalismo in cui era prima, ma la cosa più grave è che i giovani disposti ad imbarcarsi in tutto quello che è un progetto, nella capitale d’Italia, lette queste storie inaudite, già pochissimi oggi, tenderanno a svanire del tutto.
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