Ancora temporary space a Milano. Anche Sales si sposta dalla Capitale in occasione di miart. E la “fiera satellite” la fanno i galleristi
Cresce in maniera esponenziale il numero degli spazi temporanei che in occasione di miart stanno affollando la città di Milano. Abbiamo già raccontato di Studio La Città che si trasferisce da Verona con Jacob Hashimoto, mentre Raucci e Santamaria e Current aprono nuovi spazi. Oggi parliamo di uno spazio di Roma, lo Studio Sales di […]
Cresce in maniera esponenziale il numero degli spazi temporanei che in occasione di miart stanno affollando la città di Milano. Abbiamo già raccontato di Studio La Città che si trasferisce da Verona con Jacob Hashimoto, mentre Raucci e Santamaria e Current aprono nuovi spazi. Oggi parliamo di uno spazio di Roma, lo Studio Sales di Norberto Ruggeri, anche in questo caso una galleria che non partecipa alla fiera come espositore, bensì affittando degli ambienti negli showroom dello Spazio Brentano, tra Foro Bonaparte e il Castello Sforzesco e rilocando, anche solo per qualche giorno, la propria attività. Non fiere satellite per Milano quindi, che mantiene una sua programmazione di appuntamenti con una mission simile, ma ben distribuiti nel calendario annuale degli eventi (il 17 marzo inaugura infatti Affordable Art Fair, a maggio c’è MIA, per fare qualche esempio), ma un fenomeno inedito quello milanese che oppone alla partecipazione in stand in un circuito dedicato la scelta di costruire una mostra che, a prescindere dalle naturali implicazioni commerciali, resta un progetto culturale.
LA MOSTRA
Inaugurazione il 5 aprile, con un progetto di Davide Monaldi, artista con una collaborazione di lungo tempo con Ruggeri, presentato da Ilaria Bonacossa, direttrice di Villa Croce di Genova, in compagnia di Flavio Favelli e Stefano Arienti, di cui saranno presenti due pezzi in mostra. Monaldi invece esporrà una serie di sculture nella tecnica ceramica che lo contraddistingue, insertata con elementi provenienti dal mondo reale che racconta le paure e l’alienazione del vivere quotidiano. Il personaggio rappresentato è un naufrago su un’isola deserta che attende con ansia lo scatenarsi degli eventi. L’immagine lo coglie nel momento in cui l’angoscia lo sta attanagliando. “Gli Hulahoops e la carta da parati” spiega l’artista “suggeriscono un senso di nostalgia per un periodo lontano, legato forse a ricordi legati all’infanzia mentre le scatoline di tonno sono un agrodolce riflessione sulla condizione del giovane artista contemporaneo, costretto (spesso) come un naufrago a lottare per la propria sopravvivenza”.
–Santa Nastro
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati