Che fine farà l’enorme archivio di DOCVA? Il Comune di Milano rimette al bando gli spazi della Fabbrica del Vapore: e a Careof arrivano inviti da altre città
Solo una settimana fa vi abbiamo raccontato del nuovo bando presentato il 24 febbraio presso la Fabbrica del Vapore per la assegnazione dei nuovi spazi e per riconsiderare i progetti degli attuali occupanti da parte del Comune di Milano, dopo sedici anni dalla prima gara. Oggi ritorniamo sulla vicenda riprendendo una lettera aperta che arriva […]
Solo una settimana fa vi abbiamo raccontato del nuovo bando presentato il 24 febbraio presso la Fabbrica del Vapore per la assegnazione dei nuovi spazi e per riconsiderare i progetti degli attuali occupanti da parte del Comune di Milano, dopo sedici anni dalla prima gara. Oggi ritorniamo sulla vicenda riprendendo una lettera aperta che arriva da Careof, organizzazione no profit per la ricerca artistica e contemporanea, fondato nel 1987 da Mario Gorni. Fino ad oggi, mentre molti altri colleghi hanno lanciato una petizione su change.org, la scelta degli esponenti della Associazione, presieduta da Alessandro Nassiri, con la curatela di Chiara Agnello e Martina Angelotti, è stata quella di una “posizione neutrale e propositiva”. Fino ad oggi. “Il 24 febbraio”, si legge nel testo arrivato oggi in redazione e pubblicato sul sito di Careof, “sono state presentate alla città le linee guida del bando, che aprirà entro la fine di questa settimana e si chiuderà il 15 aprile. Il 25 febbraio ci è stato comunicato che il 20 aprile, cinque giorni dopo la chiusura del bando, in caso non dovessimo vincere, dovremo lasciare gli spazi”. Come fare a traslocare un archivio come quello del DOCVA in così poco tempo? Cosa succederà in caso Careof dovesse lasciare gli spazi?
30MILA VOLUMI CATALOGATI, 8MILA VIDEO D’ARTISTA
È quanto si chiedono le teste alla guida della associazione, con un corpus di 30mila volumi catalogati, 8mila video d’artista, riviste d’arte eccetera che nel giro di pochi giorni si troverebbero senza casa. Le concessioni, scadute il 28 febbraio scorso, per un totale di 28mila euro annui di canoni tra spazio espositivo, Docva e residenze, saranno oggetto, infatti, di nuovo bando a breve. Nel frattempo, fanno sapere i promotori, che pur “contestando la tempistica infelice” si rendono disponibili a rimettersi in discussione partecipando alla gara e confidando nella buona riuscita, stanno arrivando delle offerte da altre amministrazioni comunali che sarebbero felici di ospitare gratuitamente l’associazione. “Crediamo però con fermezza che Careof e il suo archivio debbano restare patrimonio della città di Milano. Questo momento tanto delicato deve allo stesso tempo costituire l’occasione per completare il processo di cambiamento intrapreso e portare Careof ad avere un ruolo più stabile ed efficace nel panorama artistico e culturale milanese. La corsa contro il tempo e la vicinanza delle elezioni comunali possono però rendere il percorso pieno di incertezze”.
– Santa Nastro
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