La collezione del Maxxi sbarca a Buenos Aires alla Fondazione Proa. Tra gli ultimi progetti dell’epoca Mattirolo, un tour internazionale di mostre tra Nord e Sud America
La collezione del Maxxi va a Buenos Aires, con la mostra Art on Stage che si terrà alla Fondazione Proa dal 19 marzo. Lo sbarco in Argentina della collezione romana presso il Museo di Arte contemporanea è l’ultimo tassello della collaborazione italo-sudamericana nell’ambito delle celebrazioni tricolore in America Latina. Non a caso segue, nella stessa città, l’esposizione […]
La collezione del Maxxi va a Buenos Aires, con la mostra Art on Stage che si terrà alla Fondazione Proa dal 19 marzo. Lo sbarco in Argentina della collezione romana presso il Museo di Arte contemporanea è l’ultimo tassello della collaborazione italo-sudamericana nell’ambito delle celebrazioni tricolore in America Latina.
Non a caso segue, nella stessa città, l’esposizione già vista nella Capitale dedicata a Olivo Barbieri, oggi al Centro Culturale Recoleta. Organizzata, invece, in collaborazione con la nostra Ambasciata e l’Istituto Italiano di Cultura locali Art on Stage, tra gli ultimi passi dell’era Mattirolo al Maxxi presenta opere di Ilya &Emilia Kabakov, Maurizio Cattelan, Gino De Dominicis, Gibert & George, Grazia Toderi, Armin Linke, Matthew Barney, Michelangelo Pistoletto, Francesco Vezzoli, Yan Pei‐Ming, Mario Airo, Massimiliano e Gianluca De Serio, Luigi Ontani, Aldo Rossi, Francesco Venezia, Carlo Aymonino, Danilo Guerri, William Kentridge.
L’OPERAZIONE
Una operazione, questa, molto diversa da quella che ha caratterizzato, ad esempio, il lancio del progetto madrileno della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di cui Artribune ha già raccontato e che presenta più le fattezze della ricerca di nuovi “posti al sole”. E che qui, nel caso del Maxxi, invece si configura con l’obiettivo di rafforzare e valorizzare sia la fondazione che la collezione, ma soprattutto come un possente sbarco istituzionale italiano in Argentina. Non a caso, la mostra arriva a Buenos Aires con una seria corazzata di marchi ministeriali e imprenditoriali alle spalle, tra cui naturalmente il MIBACT e il Ministero dello Sviluppo Economico, ma anche un fitto gruppo di supporter di aziende del nostro Paese e di Università Italiane, a sottolineare il ruolo di collante della cultura con il mondo delle relazioni internazionali e dei rapporti commerciali, in questi frangenti.
Il progetto espositivo, che ha scelto le opere maggiormente scenografiche della collezione, in un crossover tra arti visive e teatro, analizza le tendenze contemporanee anche da un punto di vista politico e sociale, concentrandosi soprattutto sulla visione di quegli artisti che sono emersi negli anni ’90 e che oggi rappresentano l’eccellenza a livello mondiale. Ma non è l’unico degli appuntamenti con l’obiettivo di internazionalizzare il Museo italiano e la sua programmazione e collezione. Infatti, è attualmente in corso –questa volta siamo nel Nord America, negli Stati Uniti, la mostra Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968 al NSU Art Museum di Fort Lauderdale (Florida – Usa), già a Roma nel 2015.
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