Lo Strillone: Elton John in concerto a luglio al Teatro Grande di Pompei sul Corriere della Sera. E poi National Gallery contro Tate, due secoli di Goethe
“Un ritorno al passato per la Città archeologica: il ritorno del rock, o almeno del pop, visto che il musicista inglese ha ormai abbandonato da tempo il solco tracciato negli anni Settanta con brani come Grow some funk of your own, Street kids, Have mercy on the criminal o le più famose Crocodile rock e […]
“Un ritorno al passato per la Città archeologica: il ritorno del rock, o almeno del pop, visto che il musicista inglese ha ormai abbandonato da tempo il solco tracciato negli anni Settanta con brani come Grow some funk of your own, Street kids, Have mercy on the criminal o le più famose Crocodile rock e Rocket man”. Il musicista, è facile dai titoli, è Elton John: ma è la Città archeologica che farà molto discutere, visto che si tratta di Pompei, dove – come scrive il Corriere della Sera – Elton suonerà “il 12 luglio al Teatro Grande degli Scavi, davanti a non più di duemila spettatori. Un ritorno clamoroso nello stesso luogo dove nel 1971 fu girato Pink Floyd live at Pompei, film documentario in cui David Gilmour, Roger Waters, Richard Wright e Nick Mason suonano nel suggestivo scenario del Teatro deserto brani come Echoes, One of these days, A saucerful of secrets, realizzando un’opera che è entrata nella storia del rock. Con Elton John, invece, non ci sarà set ma ci sarà il pubblico, anche se si tratterà davvero di una schiera di fortunati”.
La National Gallery contro la Tate: La Repubblica informa della sfida sul moderno lanciata dal direttore del museo londinese di Trafalgar Square: “Esporremo anche noi opere del Novecento”. “I quadri di Picasso vanno considerati classici o contemporanei? Attorno a una domanda del genere e scoppiata la guerra sul concetto di arte ‘moderna’. I due più importanti musei londinesi avevano sempre avuto un accordo: la National Gallery si occupa di pittura fino al 1900, la Tate Britain espone l’arte britannica e la Tate Modern ha l’esclusiva sull’arte straniera dopo il 1900. Ma Gabriele Finaldi, l’italiano nominato l’estate scorsa direttore della National Gallery, ha reso noto che l’intesa non gli sta più bene”. Il viaggio-manifesto di Goethe in Italia compie due secoli: lo ricorda Avvenire, che sottolinea che “nel 1816 lo scrittore pubblica il resoconto del suo ‘grand tour’, compiuto però trent’anni prima: polemicamente antiromantico, è un inno al Belpaese. Il libro contesta il misticismo medievale tedesco che si trasforma in nazionalismo. Il poeta frequenta gli ambienti massoni della penisola. Qui riscopre il proprio essere artista”.
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