Dedicato a coloro che hanno deciso di restare in Iraq. La Ruya Foundation di Baghdad lancia un archivio online delle energie del territorio. Oltre 380 gli artisti catalogati
La Ruya Foundation lancia il database online degli artisti che lavorano in Iraq. Non è strano che molti professionisti del mondo della cultura abbiano deciso, a seguito dei conflitti che hanno messo in ginocchio il paese, di lasciare l’antica Mesopotamia per portare la propria ricerca altrove. La piattaforma ideata dalla fondazione di Baghdad vuole, a […]
La Ruya Foundation lancia il database online degli artisti che lavorano in Iraq. Non è strano che molti professionisti del mondo della cultura abbiano deciso, a seguito dei conflitti che hanno messo in ginocchio il paese, di lasciare l’antica Mesopotamia per portare la propria ricerca altrove.
La piattaforma ideata dalla fondazione di Baghdad vuole, a questo proposito, sostenere coloro, invece, che hanno scelto di rimanere e di viverne la quotidianità complessa.
Sono 380 gli artisti catalogati, con un obiettivo che non è quello della vendita di opere, quanto della conoscenza e della messa in rete.
La Ruya è un ente no-profit e non governativo fondato nel 2012 con l’obiettivo di arricchire al cultura in Iraq e costruire un ponte con il resto del mondo, voluto da Tamara Chalabi, Reeem Shather-Kubba, Shwan Ibrahim Taha.
LO SCENARIO IN CUI SI MUOVE IL PROGETTO
Un lavoro controcorrente quello dei promotori del progetto, i quali, in un momento in cui tutti gli sforzi sono concentrati su altre priorità hanno deciso invece di dare attenzione ad un tema fragile come quello del sostegno agli artisti, soprattutto i giovani, senza limiti di genere, passando dal teatro alla musica, dal cinema alle arti visive.
La storia della Ruya Foundation nell’arte contemporanea non è recente ed è disseminata di collaborazioni illustri, ad esempio con lo SMACK di Gent. Nel 2015 ha inoltre svolto il ruolo di commissario per il Padiglione Nazionale Iracheno alla 56. Biennale di Venezia. Co-producer di film che partono sempre dal paese e che sono stati realizzati da giovani registi locali, quali Furat Al Jamil’s con il suo famoso Baghdad Night, la Ruya ha anche lanciato un progetto di teatro-terapia promosso insieme alla Prince Claus Fund. Occhi aperti, dunque, curatori! L’archivio sarà online a partire da questo mese e non è da escludere che offrirà l’opportunità di conoscere una scena artistica sofferta ma molto interessante.
-Santa Nastro
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