I ragazzi delle fogne di Bucarest vengono raccontati dal progetto dell’artista Biancoshock a Milano. Una realtà agghiacciante diventa oggetto di un’installazione. Le immagini
A Milano un progetto dell’artista Biancoshock scoperchia una realtà agghiacciante. Residente a Milano, cerca i tombini abbandonati e li trasforma in miniature di camere accessoriate, siano queste cucine, salotti o camere da letto. Il progetto si intitola Borderlife e racconta una delle storie più scoraggiati ed indecorose nella storia del mondo, di cui ormai quasi […]
A Milano un progetto dell’artista Biancoshock scoperchia una realtà agghiacciante.
Residente a Milano, cerca i tombini abbandonati e li trasforma in miniature di camere accessoriate, siano queste cucine, salotti o camere da letto. Il progetto si intitola Borderlife e racconta una delle storie più scoraggiati ed indecorose nella storia del mondo, di cui ormai quasi nessuno parla più.
Con atteggiamento lieve e quasi irriverente, in realtà Biancoshock la riporta alla luce, cinquant’anni dopo il triste inizio, con questa installazione disseminata per le strade di Milano. Non tutti sanno infatti che a Bucarest, capitale della Romania, oltre tremila persone, di cui molte giovanissime, vivono sottoterra nella rete fognaria.
UNA STORIA DI DEGRADO
Un immaginario post-apocalittico quello rumeno che la fine del regime nel 1989 e l’ingresso in Europa non hanno saputo cancellare e che ha le sue radici nel 1966 con il decreto 770 varato da Nicolae Ceausescu, politico del Partito Comunista romeno, che vietava l’aborto e faceva salire vertiginosamente le tasse per i ragazzi oltre i venticinque anni che ancora non avessero concepito bambini.
Se il populismo va sempre a braccetto con l’incremento demografico, questa volta il tutto avvenne senza alcun incentivo, se non in negativo, facendo aumentare in maniera esponenziale povertà, abbandono dei minori, maltrattamenti e il numero dei bambini rinchiusi in orfanotrofi-lager. Questa storia è descritta molto bene dal blog “Gli occhi della guerra” de Il Giornale, che riporta come questi ragazzini, a volte anche molto piccoli, a seguito delle violenze siano scappati e abbiano cominciato a vivere autonomamente, fondando una società a parte, sotterranea, senza scuola, cure e condizioni igieniche.
ARTE E REALTA’
Oggi sono grandi, ma naturalmente, senza alcun intervento istituzionale, la “repubblica delle fogne” come la definisce il blog ha aumentato i suoi abitanti, che permangono in condizioni da incubo tra malnutrizione, malattie, tossicodipendenze. Molti sono sieropositivi.
Una storia di degrado e sofferenza inconcepibile in una società civile che l’Europa ha voluto dimenticare. Se l’intervento dell’artista Biancoschock che ha partecipato ad alcuni dei più importanti festival di Arte Urbana, presentando il progetto “Ephemeralism” in diverse Università (tra cui Milano, Foggia, Ljubljana, Bratislava e Zagabria) ed al TedX di Oporto del 2014, riuscirà a recuperarla, riportandola all’attenzione, anche parzialmente, dell’opinione pubblica, offrirà sicuramente non pochi spunti di riflessione.
-Santa Nastro
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