Manifesta 11 a Zurigo annuncia gli artisti partecipanti. Ventinove nuove produzioni e cento protagonisti della mostra “storica” co-curata da Christian Jankowski e Francesca Gavin. Tutti i nomi

Mancano solo due mesi alla inaugurazione (11 giugno 2016) di Manifesta, la biennale itinerante che quest’anno dopo i “viaggi” in Italia, in Spagna a Cartagena e Murcia, in Olanda a Rotterdam, in Russia a Mosca, per citare solo alcuni dei luoghi in cui la mostra si è svolta, approda in Svizzera, a Zurigo. E che […]

Mancano solo due mesi alla inaugurazione (11 giugno 2016) di Manifesta, la biennale itinerante che quest’anno dopo i “viaggi” in Italia, in Spagna a Cartagena e Murcia, in Olanda a Rotterdam, in Russia a Mosca, per citare solo alcuni dei luoghi in cui la mostra si è svolta, approda in Svizzera, a Zurigo. E che ha già annunciato tema e artisti per la prossima edizione. Il titolo è già uno statement: What People Do for Money: Some Joint Ventures. Alcuni nomi sono già noti: dall’artista catalano Carles Congost, che sta lavorando con i vigili del fuoco locali nella realizzazione del film Simply the best, sottolineando le differenze tra vocazione e lavoro salariato.  Teresa Margolles si sta confrontando con un transessuale, Marguerite Humeau con un ingegnere robotico, Shelly Nadashi con un insegnante di letteratura, il nostro Maurizio Cattelan con un atleta paraolimpionico. Inoltre lo scrittore, poeta, saggista, filmmaker francese Michel Houellebecqcollaborerà con un medico svizzero per presentare a Manifesta una analisi minuziosa del suo stato di salute.

LA LISTA DEGLI ARTISTI
Le 29 opere site specific saranno esposte seguendo il format della Joint Venture e presentate in tre aspetti differenti: in una sede satellite, in una convenzionale istituzione dedicata all’arte contemporanea, in formato cinematografico al Pavilion of Reflections, un’isola fluttuante con cinema all’aperto e piscina.
Per ogni artista, come già comunicato, una professione. Il russo Evgeny Antufiev, 1986 avrà a che fare con un prete, un pastore nello specifico; l’americano John Arnold, 1975, con uno chef stellato, Fabian Spiquel della Maison Manesse; il belga Guillame Bijl, 1946 con un dog stylist, Mike Bouchet (Usa, 1970), con il direttore del dipartimento dei servizi pubblici addetto al trattamento delle acque di scarico. Il turco Asli Çavuşoğlu, 1982, sarà in contatto con un restauratore, Matyáš Chochola (Repubblica Ceca, 1986) con un ex campione sportivo, oggi personal trainer, Ceal Floyer, GB, 1968 con un traduttore, Mario Garcia Torres, Messico, 1975 con un cantante dell’Opera. E ancora l’ungherese, Andrea Éva Győri, 1983 con uno psicologo sessuologo, Pablo Helguera, Messico, 1971 con un giornalista, Fermin Jiménez Landa, Spagna 1979, con un metereologo, Jon Kesseler, USA, 1957 con un orologiaio, Leigh Ledare, USA 1976, con un dottore esperto in infanzia e terapia di gruppo, Jon Rafman, Canada, 1981, con un manager, Torbjørn Rødland, Norvegia, 1970, con un dentista, Georgia Sagri, greca del 1979 con un banchiere, Marco Schmitt, Germania, 1976 con un capo della comunicazione, Santiago Sierra, 1966 con un consulente per la sicurezza, Una Szeemann, svizzera, 1975 con uno psicologo. Infine Jennifer Tee, americana del ’73 con il capo dei servizi funebri della città, Jiří Thýn, Repubblica Ceca, 1977 con una patologa, Franz Ehrard Walther, Germania 1939 con un produttore tessile e con un costruttore, Yin Xunzhi, Cina con una hostess di linea.

LA MOSTRA STORICA
Le poche presenze italiane nell’ambito delle 29 nuove produzioni vengono scarsamente recuperate nell’ambito della mostra storica con quasi 100 posizioni co-curata dall’artista Christian Jankowski, chief curator di Manifesta 11 con la curatrice inglese Francesca Gavin sotto il titolo di Historical Exhibition: Sites Under Construction. Dei “nostri” ci sono Armin Linke che condividiamo con la Germania e Bruno Munari. Gli altri 94 artisti sono, con una grande partecipazione dagli Stati Uniti e dalla Repubblica Ceca e qualche nome “storico” per l’appunto: Fatima Al Qadiri & Khalid Al Gharaballi, Artist Placement Group, Evelyne Axell, Nicole Bachmann, Trisha Baga, Yto Barrada, Bhakti Baxter, Tjorg Douglas Beer, Karmelo Bermejo, Katherine Bernhardt, Mel Bochner, Alice Boner, Oscar Bony, Chris Burden, Werner Büttner, Sophie Calle, Olga Chernysheva, Steven Claydon, Anne Collier, Cosey Fanni Tutti, Vuk Ćosić, Dejanoff Plamen & Heger Swetlana, Thomas Demand, Simon Denny, Dial Thornthon, Aleksandra Domanović, Marcel van Eeden, Maria Eichorn, Angus Fairhurst, Harun Farocki, Damian Fopp, Coco Fusco, Anna Gaskell, Kim Gordon, Andreas Gursky, Charles Gute, Chris Hadfield, Duane Hanson, Rachel Harrison, Susan Hiller, Pierre Huyghe, Margrit Jäggli, James Roberts, Daniel Kelly, Kippenberger und Akim S. aus 44, Mierle Laderman Ukeles, Louise Lawler, Mark Leckey, Mischa Leinkauf e Matthis Wermke, Martin Liebscher, Graham Little, Sharon Lockhart, Mark Lombardi, Marcos Lutyens, Jill Magid, Megan Marlatt, Dieter Meier, Jonathan Monk, Gianni Motti, x-T Kriszta Nagy, Ahmet Öğüt, Yoshua Okón, Yoshua, Giovanna Olmos, Olowska Paulina, Julian Opie, Trovor Paglen, Amalia Pica, Sarah Pickering, Adrian Piper, RH Quaytman, RELAX (chiarenza & hauser & co), Daniela Russell, Thomas Ruff, Ed Ruscha, Fernando Sanchez Castillo, August Sander, Sabine Shlatter, Jeremy Shaw, Alexander Schein, Sister Corita Kent, Jiri Skala, Michael Smith, James Son Thomas, Alec Soth, Frances Stark, Roman Štětina, Martine Syms, Pilvi Takala, Andrei Tarkovsky, Momoyo Torimitsu, Rosemarie Trockel, Angela Vanini, Taocheng Wang, Thomas Zipp.

– Santa Nastro

www.manifesta.org

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

Scopri di più