Milano Updates: tutti contenti. Tra gli stand di miart alto l’entusiasmo e l’energia dei galleristi. Ecco cosa dicono (rigorosamente anonimi)

Verrebbe da dire che gli unici galleristi scontenti sono quelli che, per le scelte della commissione, non sono riusciti ad entrare nella selezione della fiera. Onestamente appare difficile, se non impossibile, trovare qualche espositore che non si dichiari contento di questa edizione 2016 di miart. L’ultima fiera curata da Vincenzo De Bellis (sempre più accreditate […]

Verrebbe da dire che gli unici galleristi scontenti sono quelli che, per le scelte della commissione, non sono riusciti ad entrare nella selezione della fiera. Onestamente appare difficile, se non impossibile, trovare qualche espositore che non si dichiari contento di questa edizione 2016 di miart. L’ultima fiera curata da Vincenzo De Bellis (sempre più accreditate le voci di un passaggio di testimone con Alessandro Rabottini) ha messo d’accordo tutti, dalle gallerie di tendenza internazionali alle “vecchie” glorie italiane che a suon di qualità e di nomi giusti hanno offerto al mercato progetti di altissimo lignaggio.
I commenti percorrono una gradazione di grigi dal contento all’entusiastico. Ma l’intonazione è effettivamente simile per tutti.
La fiera è riuscita a portare in città e a catalizzare l’attenzione di un collezionismo colto” è la sintesi del nostro sondaggio “un collezionismo disposto ad accettare un po’ di approfondimento, un collezionismo che dedica del tempo anche a progetti un po’ più complessi a stand effettivamente ‘curati’ e meno orientati al mercato”. Le persone insomma, continuando nella nostra libera sintesi frutto di tante chiacchierate in questi giorni di fiera “sono preparate, fanno domande, prendono appunti, ritornano”. Si fanno affari, ma si fanno soprattutto molti contatti anche perché “il grande collezionismo italiano è passato tutto” e specialmente il giovedì e il sabato (con un calo fisiologico il venerdì, giornata storicamente debole che la fiera dovrebbe inventarsi il modo di ravvivare) giovani galleristi e grandi dealer hanno lavorato molto bene trattando anche qualche pezzo molto importante. “La presenza di collezionisti di alto livello” spiega un gallerista “è importante perché piazzare un giovane artista in una collezione di gran nome è operazione non solo commerciale, ma strategica e di grande valore”. Al di là di tutto, oltre ai risultati economici positivi (“specie dopo una fiera di Madrid andata così così” aggiunge un gallerista) quello che si respira è una energia assai positiva e un pizzico di entusiasmo che non guasta e che in Italia, in tutti gli ambiti, è merce abbastanza rara.
Una edizione così ben intonata è comunque una eredità bella ma impegnativa che Vincenzo De Bellis (nominato curatore negli Stati Uniti, a Minneapolis, e dunque in partenza per oltreoceano) lascerà al suo successore. Non sarà facile per nessuno ripetere i successi di questo 2016.

www.miart.it

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Redazione

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