Salone Updates: la Design Week di Milano parte con il distretto delle 5VIE. Che spariglia le carte tra essenzialità e deriva ultradecorativa
La settimana del design milanese parte all’ombra del Duomo, nel cuore antico di Milano oggi consacrato al distretto delle 5VIE. C’è grande attesa, tra i primi accoliti del Fuori Salone, per la mostra che Federica Sala ha curato e allestito al Garage San Remo, una delle location più iconiche del distretto. Dopo l’esordio con Maarten […]
La settimana del design milanese parte all’ombra del Duomo, nel cuore antico di Milano oggi consacrato al distretto delle 5VIE. C’è grande attesa, tra i primi accoliti del Fuori Salone, per la mostra che Federica Sala ha curato e allestito al Garage San Remo, una delle location più iconiche del distretto. Dopo l’esordio con Maarten Baas e Max Lamb, che qui avevano ambientato le loro sperimentazioni, il testimone della ricerca sul design inteso come processo – non si osserva un prodotto finito, ma una nuova modalità, necessariamente in fieri, per realizzare oggetti e approcci al materiale – è passato a Raw Edges, duo israeliano di stanza a Londra. Il loro lavoro Herringbones è il tentativo di serializzare una decorazione cromatica artigianale inventandosi un metodo: l’immersione di un’asse di legno in un secchiello con angolatura a 45°, che determina la trasversalità delle colorazioni che vediamo poi riflesse sui mobili. Shay Alkalay, membro di Raw Edges insieme a Yael Mer, ci spiega che dopo molti tentativi – lo stampo, l’immersione nella gomma – è stata una semplice colorazione con i pigmenti a rivelarsi la più efficace: quasi come se il ritorno alle leggi della semplicità si rivelasse ancora una volta un approccio fertile e denso di aspettative.
UN RINNOVATO GUSTO PER L’INSERIMENTO AZZARDATO
Diverso il mood in un’altra mostra del distretto, quella allestita (con la curatela di PS e Secondome) in via Cesare Correnti 14. Ladies and Gentlemen ospita una selezione di marchi prevalentemente italiani (tra gli altri, Bottega Nove, Hervet Manufacturier, Tommaso Fantoni, Mario Milana, Studio Pepe) il cui lavoro si distingue per la piccola serie, la spiccata propensione artigianale e per una licenza decorativa mai sopita. L’ambientazione, una storica casa milanese abbandonata negli ultimi quindici anni ma epicentro negli anni ’80 di feste epiche e oltre il limite, crea le condizioni per un dialogo tra mobili e complementi d’arredo “importanti”, strizzando l’occhio a un rinnovato gusto per l’inserimento azzardato, la ricchezza visiva e l’eccesso.
– Giulia Zappa
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