Salone Updates: non solo giovani leve nei garage di Ventura Lambrate. Qui si va anche per ricordarsi che “senza poesia non esiste progetto”. Con un occhio all’high-tech
A voler investigare il design associandolo alla poesia – e in un’ottica marcatamente innovatrice e tecnologica – si finisce per restare sorpresi. Ed è proprio con l’intento di coinvolgere la dimensione emotiva della progettazione che Susanna Legrenzi e Stefano Mattei hanno selezionato i 21 progetti della mostra Poetry – 21 words for…, evento di punta […]
A voler investigare il design associandolo alla poesia – e in un’ottica marcatamente innovatrice e tecnologica – si finisce per restare sorpresi. Ed è proprio con l’intento di coinvolgere la dimensione emotiva della progettazione che Susanna Legrenzi e Stefano Mattei hanno selezionato i 21 progetti della mostra Poetry – 21 words for…, evento di punta del distretto Ventura Lambrate alla Milano Design Week 2016, aperto allo spazio Logotel fino a domenica 17 aprile. Sebbene tra i garage di via Ventura e via Massimiano possa sembrare, almeno in apparenza, più facile sentirsi legittimati verso sentimenti di stupore – di fatto questa è la zona in cui vanno in scena le sperimentazioni di centinaia di studenti, tra cui quelli della Design Academy di Eindhoven e giovani designer – non si fatica a riconoscere la portata delle proposte più valide.
POETRY – 21 WORDS FOR…: 21 PROGETTI E CONCETTI IN MOSTRA
Nel distretto a due passi dalla Stazione FS di Lambrate, dove creativi e addetti del settore percorrono le strade assieme ai bambini in uscita dalle scuole e ai residenti, il duo curatoriale affronta il binomio poesia + design, dopo aver indagato – nella medesima sede – i concetti di collaborazione (2012), di (in)visibilità (2013), di tempo (2014) e le necessità umane (2015). “A fronte della complessità del contemporaneo, il mondo del progetto tende a circondarci di sicurezza e di comfort. Produce uniformità rassicurante e aspettative stabili. – hanno scritto a riguardo i curatori che hanno associato a ciascun progetto 21 key word – Paesaggi, ambienti, comportamenti, oggetti democratici e funzionali che alimentano il desiderio, ma non ci sorprendono e spesso non ci emozionano”. A ribaltare lo status quo ci pensa, ad esempio, Minuted l’installazione performativa sulla scrittura poetica effimera del designer e artista olandese Gijs van Bon scelta per interpretare il concetto di Intimacy: una macchina a getto d’inchiostro fissa meccanicamente sulla sabbia parole destinate a disperdersi per sempre di fronte agli occhi degli osservatori nel giro di qualche secondo.
UN FAZZOLETTO IN SETA PER IPERCONNESSI CRONICI
E ancora, Google Cardboard, individuata per riflettere sul concetto di Place, combina visori a basso costo all’interno di una struttura in cartone pieghevole e si candida a dispositivo accessibile a tutti mediante il quale visualizzare altre realtà con un’app gestita sullo smartphone personale. L’emozione può passare anche attraverso il silenzio, la privacy, come intende ricordare agli iperconnessi cronici della nostra epoca Shield di Ted Wiles, il fazzoletto in seta che avvolto intorno a un cellulare ne scherma le frequenze elettromagnetiche. Chi non lo vorrebbe? Al progetto Poetry – 21 words for…, oltre alla mostra, sono associati talk di approfondimento e un laboratorio di blackout poetry: per partecipare è sufficiente selezionare una pagina da uno dei volumi messi a disposizione e intervenire sulla stessa oscurandone porzioni o singole parole attraverso i vari mezzi di cancelleria presenti. Liberatorio.
– Valentina Silvestrini
http://www.designpoetry.it/
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