Salvatore Sciarrino Leone d’Oro alla Carriera per la Musica. Il riconoscimento dalla Biennale di Venezia dove il compositore ha debuttato nel 1969
Al grande compositore siciliano Salvatore Sciarrino, che “ha dedicato la propria esistenza all’arte del comporre con spirito di ricerca e invenzione […] dando un impulso decisivo al rinnovamento della musica contemporanea”, come ha dichiarato nella motivazione del premio il Direttore Ivan Fedele, è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera, nell’ambito dell’ultima edizione della Biennale […]
Al grande compositore siciliano Salvatore Sciarrino, che “ha dedicato la propria esistenza all’arte del comporre con spirito di ricerca e invenzione […] dando un impulso decisivo al rinnovamento della musica contemporanea”, come ha dichiarato nella motivazione del premio il Direttore Ivan Fedele, è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera, nell’ambito dell’ultima edizione della Biennale di Venezia. Agglomerati musicali complessi si sostituiscono a suoni singoli, delineando una logica compositiva che procede per masse sonore: in Sciarrino il tempo si fa discontinuo, polimorfo, plurilineare, oltrepassando quella corrispondenza tra musica e arte figurativa a cui spesso si fa riferimento, nella difficoltà di comprendere la forma della musica. Tra matematica e drammaturgia, si sviluppa il percorso di uno dei più illustri compositori italiani: un autodidatta, come si definisce lui stesso, un maestro come lo vedono gli altri.
Nato a Palermo nel 1947, Sciarrino inizia a comporre all’età di soli dodici anni, tenendo il suo primo concerto a quattordici. Tra le sue influenze incontriamo Maurice Ravel e Claude Debussy, ma soprattutto Ludwig van Beethoven, di cui analizza le composizioni sin da giovanissimo, elaborando una visione della musica, interpretata come un “vorticoso esercizio di logica”, capace di avvolgere l’ascoltatore nello spazio. I titoli dei suoi brani frequentemente richiamano immagini e paesaggi, ma sarebbe fuorviante leggere in lui un orientamento all’impressionismo, perchè la musica di Sciarrino è racconto, spazio mentale e anche ossessione, quella che lo ha portato ad abbandonare la Sicilia e la famiglia, per rivelare il suo talento eretico, nel debutto sinfonico del 1969 con Ancòra (berceuse) al 32. Festival Internazionale di Musica Contemporanea a Venezia. Da allora la musica di Sciarrino è stata costantemente presente nelle programmazioni dell’istituzione veneziana e nei più importanti teatri di tutto il mondo.
– Carlotta Petracci
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