Solo il 25 % delle donne è coinvolto in mostre d’arte? E io dedico loro un premio. Elisabeth Murdoch lancia il Freelands Art Award. 150.000 dollari alle midcareer britanniche
Lei è Elisabeth Murdoch una imprenditrice australiana del mondo della televisione dei media, fondatrice della Tv inglese Shine Group ed è la figlia di Rupert, il settantasettesimo uomo più ricco del mondo stando a Forbes, patron di Sky, proprietario di My Space, del Wall Street Journal e molto altro ancora. Perché ne parla un giornale […]
Lei è Elisabeth Murdoch una imprenditrice australiana del mondo della televisione dei media, fondatrice della Tv inglese Shine Group ed è la figlia di Rupert, il settantasettesimo uomo più ricco del mondo stando a Forbes, patron di Sky, proprietario di My Space, del Wall Street Journal e molto altro ancora. Perché ne parla un giornale d’arte? Perché Elisabeth ha da poco annunciato di voler lanciare un nuovo premio dedicato agli artisti. Anzi, alle artiste britanniche. Si chiamerà Freelands Artist Award riprendendo il nome della Fondazione della filantropa Murdoch, anche trustee della Tate di Londra, che si occupa di educazione e formazione.
LARGO ALLE MIDCAREER
Ma attenzione: non è dedicato a tutti. Solo le midcareer (senza limiti di età) potranno partecipare accedendo al riconoscimento di 150.000 dollari previsto, contrariamente dal molto più povero Turner Prize, ad esempio, dove solo i giovani sotto i cinquant’anni hanno accesso. Secondo la fondatrice, infatti, le donne artiste midcareer non hanno il giusto supporto nel mondo dell’arte e la sua azione, quasi generazionale (la Murdoch ha quarantotto anni) è intenta a colmare questo vuoto. La prima edizione avrà una giuria composta da Jenni Lomax, del Camden Arts Center, dalla curatrice Teresa Gleadowe, dall’artista Phyllida Barlow e dal direttore della Bergen Kunsthalle Martin Clark. La vincitrice sarà annunciata nell’autunno 2016. La nascita del premio segue un report edito nel 2015 dalla stessa Fondazione Freelands, come riporta l’articolo di Cait Munro su Artnet, commissionato da Charlotte Bonham-Carter, alla guida dei master program nelle arti e nell’impresa culturale alla Central Saint Martin di Londra. Il report analizza la presenza (o la assenza) di artiste donne nelle mostre in Gran Bretagna. Il risultato è stato che solo il 25 % di solo show in importanti istituzioni a Londra è stato dedicato a donne. Non osiamo immaginare cosa verrebbe fuori se la stessa ricerca fosse condotta in Italia.
-Santa Nastro
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