È morto a 86 anni Marco Pannella. L’artista Nark BKB ne celebrava i discorsi in una performance: “flussi di pensiero come il moto di una spirale”. Ecco il video
Non serve certo una motivazione specifica, anche per una testata molto settoriale come la nostra, per dedicare un omaggio a un gigante della politologia, se non della politica, e della difesa dei diritti umani come è stato – a prescindere dall’essere o meno d’accordo con le sue singole battaglie – Marco Pannella, scomparso oggi all’età […]
Non serve certo una motivazione specifica, anche per una testata molto settoriale come la nostra, per dedicare un omaggio a un gigante della politologia, se non della politica, e della difesa dei diritti umani come è stato – a prescindere dall’essere o meno d’accordo con le sue singole battaglie – Marco Pannella, scomparso oggi all’età di 86 anni. Potremmo rammentare i tanti protagonisti delle arti, intese in senso lato, che gli sono stati sempre vicini, e lo faremo a breve, ricostruendo il folto walhalla ideologico che oggi piange la dipartita di un riferimento in materia di libertà e di distanza da qualsiasi conformismo o convenienza. Ma oggi, nell’immediatezza della dolorosa notizia, ci piace ricordarlo con toni più umani, a tratti poetici: e li dobbiamo all’artista Nark BKB, al secolo Stefano Tolio, che fra il 2005 e il 2006 partecipò al Premio Internazionale della Performance di Dro, Trento, e in seguito allo Uovo Performing Arts Festival di Milano con una sua performance dal titolo Giacinto Pannella, detto Marco. 15 minuti circa la durata, medium suono, luci, fogli A4, due maschere. La potete vedere nel video a questo link, sul sito di Nark BKB.
“MI SA CHE CI CONTINUEREMO A CONOSCERE…”
“La scena, vuota, s’illumina di una luce calda; si avvia una registrazione tratta dagli archivi di Radio Radicale”, spiega lo statement dell’opera. “È un estratto da uno dei lunghi monologhi di Marco Pannella. […] Lo svolgersi del discorso da un lato fa notare le relazioni che intercorrono tra la pratica del digiuno e l’uso del linguaggio, dall’altro mette in luce gli aspetti automatici e liberamente associativi tipici del discorso pannelliano”. Al termine dell’ascolto – sei minuti circa – viene distribuito al pubblico un foglio che riporta il carteggio dell’artista con Marco Pannella. Nark parla dei discorsi radiofonici di Pannella: “Per me, credimi, sono un vero piacere estetico che va anche oltre l’alto interesse suscitato dalle tematiche trattate. Vengo sempre sedotto dal tuo modo di costruire il discorso: il tuo procedere secondo flussi di pensiero che si dipanano e avanzano – ora lentamente, ora accelerando repentinamente – come il moto di una spirale. Le idee prolificano secondo libertarie associazioni, generano piacevoli ed improvvise accensioni di senso…”. E gli chiede il permesso di riprodurli nella sua opera. La risposta di Pannella è da incorniciare: “La concessione che mi chiedi è già tutta tua: la ‘mia’ immagine non mi appartiene, non è ‘privata’ di alcunché; entra a posteriori in gioco, quando viene falsata gravemente solo perché in quel caso credo di doverle il contributo della mia testimonianza e comprensione”. E la chiusura che – rivolta a persona fino ad allora sconosciuta – riassume potentemente l’uomo Pannella: “Mi sa che ci continueremo a conoscere…”.
– Massimo Mattioli
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