Flâneur, nuovo progetto di residenza artistica in Molise. Satoshi Hirose è l’artista ospite alla prima edizione
Debutta in Molise un nuovo progetto di residenza artistica. Si chiama Flâneur e si tratta della prima edizione di un programma triennale che nasce da una costola di Vis à Vis – artists in residence project, il progetto di residenze ideato dall’associazione culturale Limiti inchiusi arte contemporanea di Campobasso. Ma, mentre questo realizza le sue […]
Debutta in Molise un nuovo progetto di residenza artistica. Si chiama Flâneur e si tratta della prima edizione di un programma triennale che nasce da una costola di Vis à Vis – artists in residence project, il progetto di residenze ideato dall’associazione culturale Limiti inchiusi arte contemporanea di Campobasso. Ma, mentre questo realizza le sue residenze nei piccoli paesi molisani, Flâneur si svolgerà negli spazi del Palazzo ex GIL, sede della Fondazione Molise Cultura – attualmente l’unica istituzione culturale ufficiale della regione – che dal 2013, sotto la cura di Lorenzo Canova, gestisce regolarmente eventi culturali, spaziando dalle arti visive al teatro, dalla musica alla promozione letteraria.
STORIA, USI E COSTUMI DEL TERRITORIO
Per questa prima edizione di Flâneur, gli ideatori hanno selezionato un artista internazionale. il giapponese ma italiano di adozione Satoshi Hirose (Tokyo, 1963), che risiederà a Campobasso dal 2 al 23 maggio 2016, per realizzare il suo progetto artistico, sotto la curatela di Silvia Valente e Matteo Innocenti. L’artista avrà a disposizione uno spazio all’interno della Fondazione Molise Cultura da utilizzare come studio, dove approfondirà la storia, gli usi e i costumi del territorio per creare, al termine della residenza, un’opera d’arte che entrerà a far parte del patrimonio dell’istituzione molisana. Nella sua ricerca artistica, basata su differenti modalità espressive – dall’installazione alla scultura, dalla fotografia alla pittura, all’azione partecipata – Hirose spesso adopera oggetti della vita quotidiana, ma li ricombina dandogli nuova forma per stimolare il nostro modo di rapportarci ad essi: “la banale dimensione quotidiana dell’esistenza, dove si ritiene non ci sia mai nulla di nuovo, è in verità un mondo pieno di stimoli” – spiega l’artista -. “Riproducendo e rimodulando i piccoli fatti della vita di ogni giorno, ci appare la ricchezza insospettata di questa dimensione dell’esistenza umana”.
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