Lo Strillone: la lettera di Cristoforo Colombo recuperata a Washington su La Repubblica. E poi cortili aperti nei palazzi storici, l’abbazia di Matilde di Canossa
“Nel trentatreesimo giorno successivo alla partenza da Cadice arrivai nel mare indiano, dove trovai molte isole con innumerevoli abitanti […] di cui presi possesso in nome del nostro felicissimo re”. La Repubblica approfondisce la vicenda della lettera recuperata a Washington in cui Cristoforo Colombo annunciava ai reali di Spagna la scoperta del Nuovo Mondo. “Una […]
“Nel trentatreesimo giorno successivo alla partenza da Cadice arrivai nel mare indiano, dove trovai molte isole con innumerevoli abitanti […] di cui presi possesso in nome del nostro felicissimo re”. La Repubblica approfondisce la vicenda della lettera recuperata a Washington in cui Cristoforo Colombo annunciava ai reali di Spagna la scoperta del Nuovo Mondo. “Una missiva che, come il suo estensore, ma cinquecento anni dopo, ha viaggiato dall’Europa all’America e ritorno. Per riapprodare finalmente, come accadrà nei prossimi giorni, alla biblioteca Riccardiana di Firenze, dove era custodita prima di essere trafugata (ancora non si sa da chi) e sostituita con un falso. È la straordinaria storia dell’incunabolo che contiene la relazione del primo viaggio di Cristoforo Colombo, ritrovato dopo quattro anni di indagini internazionali nella biblioteca del Congresso di Washington. Il quale Congresso, una volta appurata la provenienza illecita, l’ha restituito”.
“Benvenuti nella storia delle grandi famiglie italiane”. Cortili aperti nei palazzi storici: Il Messaggero annuncia che “a Roma, sabato 21 e domenica 22, aprono per un giorno al pubblico i cortili e i giardini (e in qualche caso le sale) dei palazzi Del Drago, Lante, Massimo Lancellotti, Sforza Cesarini, Odescalchi e Torlonia, per un totale di 26 residenze storiche, sfarzose e normalmente off-limits. In alcuni edifici verranno installate delle mostre d’arte”. Torna a risplendere l’abbazia di Matilde di Canossa: QN informa del completato recupero a San Benedetto Po, quattro anni dopo il sisma. “La sua gloria e il suo splendore si fanno ammirare ancora oggi, e l’emozione è doppia se si pensa che proprio quattro anni fa anche il tesoro polironiano è stato scosso e ferito dal terremoto che ha colpito l’Emilia, a una manciata di chilometri di distanza: ma i lavori di restauro sono stati ulti mati in tempi relativamente brevi, e oggi è nuovamente visitabile”.
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