Lo Strillone: YouTube guadagna con la musica e non paga gli artisti su CorrierEconomia. E poi Maxxi flop, Caschi blu della cultura
“Gli artisti contro YouTube: Ci paga troppo poco”. CorrierEconomia concede spazio a una materia sempre aperta e dal dibattito molto acceso: “l’accusa che le viene rivolta è di giocare un ruolo decisivo nel causare il value gap, cioè il divano tra il beneficio economico generato dalla musica e il riconoscimento versato a chi la crea. […]
“Gli artisti contro YouTube: Ci paga troppo poco”. CorrierEconomia concede spazio a una materia sempre aperta e dal dibattito molto acceso: “l’accusa che le viene rivolta è di giocare un ruolo decisivo nel causare il value gap, cioè il divano tra il beneficio economico generato dalla musica e il riconoscimento versato a chi la crea. Due interventi autorevoli hanno acceso la polemica. Il primo è quello di Irving Azoff, manager di star come Christina Aguilera, gli Eagles e Jon Bon Jovi, sul sito americano Recode. Il secondo è una lettera aperta della cantautrice canadese Nelly Furtado al quotidiano britannico The Guardian”. Qualche dato? ”YouTube è avara con gli artisti anche rispetto ad altre piattaforme digitali: secondo dati ufficiali dei discografici, nel 2014 ha pagato l’industria musicale 0,72 dollari per utente contro i 20 dollari di Spotify”.
“Maxxi, il flop inevitabile del museo dei privilegi”. Il Fatto Quotidiano aggiunge una nuova puntata alla sua crociata contro il museo romano: “Nonostante cospicui apporti statali, battage promozionale, 35 mostre e aumento degli eventi (da 380 a 399), i visitatori ‘dichiarati’ sono meno dell’1% in più rispetto al 2014. Ancora lontani dai 450 mila raggiunti nel 2011 dal vecchio CdA, con appena 3 mostre e senza il contributo di 5 milioni di cui gode ora il Maxxi. Non va meglio nella graduatoria dei tassi medi di affluenza alle mostre in un campione di 9 musei: il Maxxi (10,1) viene dopo PalaExpo di Roma (34,2), Mart di Rovereto (24,3), Gam di Torino Castello di Rivoli (11,9), Manbo di Bologna (11) e prima solo di Madre di Napoli (8,7) e Macro di Roma (3,4). Una débàcle anche l’introito dei biglietti: 730mila nel 2015, l’80% di quello del 2012 (918mila euro)”. “I Monuments men parlano italiano. I nostri Caschi blu della cultura, primi nel mondo, pronti a intervenire”. Il Sole 24 Ore aggiorna sui neonati Caschi blu della cultura, “creati con la partecipazione dei Carabinieri del Comando di tutela dei beni culturali e dei tecnici del ministero. Un gruppo che ha completato da poco la formazione e ora è pronto a intervenire nelle aree di crisi, ma anche nelle zone colpite da calamità naturali”.
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