Perché l’Italia continua a sottovalutare i propri artisti? All’asta Finarte di Milano Tano Festa decuplica le stime. E non solo lui: ecco tutti i risultati
Michelangelo according to Tano Festa, opera di Tano Festa del 1967: stimata tra i 4mila e i 6mila euro, è stata battuta a 70mila euro ieri – mercoledì 11 maggio – all’asta primaverile di Finarte, alla Permanente di Milano. La vedete qui sopra: e diventa paradigmatica di uno dei problemi che attanagliano il nostro sistema […]
Michelangelo according to Tano Festa, opera di Tano Festa del 1967: stimata tra i 4mila e i 6mila euro, è stata battuta a 70mila euro ieri – mercoledì 11 maggio – all’asta primaverile di Finarte, alla Permanente di Milano. La vedete qui sopra: e diventa paradigmatica di uno dei problemi che attanagliano il nostro sistema dell’arte contemporanea. Se noi stessi non crediamo nei nostri artisti, tanto che uno di loro arriva a più che decuplicare le sue stime, come possiamo pensare che questi stessi artisti vengano apprezzati sul piano internazionale? Sia chiaro: questa riflessione nulla toglie ai grandi meriti di Finarte, che anzi è rinata dalle proprie ceneri proprio per invertire questa tendenza. Ma che ovviamente lavora con quelli che i suoi esperti reputano essere i valori che il nostro mercato stabilisce.
ANCHE MARIO SCHIFANO TRIPLICA LE STIME
Gli esempi sono molti, in un’asta molto incentrata sulla Pop Art italiana che ha aggiudicato il 76% dei lotti, per un valore complessivo di circa 1,2 milioni di euro. Improponibili, ovviamente, i paragoni con le aste in corso a New York, dove i risultati milionari sono la norma: improponibili anche, forse, per questo atteggiamento remissivo e a volte autolesionistico. Altri casi? Water lilies (1982) di Mario Schifano è stato aggiudicato a 42mila euro contro una stima di 10 – 15mila, più che raddoppiato anche il valore di Cielo Terra (1964), sempre di Schifano, stimato tra i 6 e gli 8mila euro ma battuto a 19mila, mentre ha sfiorato il raddoppio Sogno di Quattro stagioni (1966), venduto a 35mila euro (stima d’asta 16 – 18mila). Ancora Tano Festa: ottimo risultato con 72mila euro per La camera rossa (1963), stimata 10 – 15mila euro, e per Senza titolo (1965), partita con stima 5 – 7mila euro e aggiudicata infine per 35mila. Raddoppia le stime anche Giosetta Fioroni con Le cortigiane da Carpaccio (1966) che chiude a 41mila euro (stima d’asta 15 – 20mila).
– Massimo Mattioli
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