Brexit e mercato dell’arte. Per Christie’s e Sotheby’s si rivelerà un vantaggio
I due colossi inglesi delle aste mondiali ostentano sicurezza. Il mercato ha un respiro globale, anzi la sterlina debole aiuterà le vendite internazionali
Sono giorni che se ne parla, si analizzano tutti gli aspetti, da tutti i punti di vista, si ipotizzano scenari più o meno verosimili o fantapolitici. Ma come impatterà la Brexit nell’ambito più specifico dell’arte? Dopo le recenti aste degli Impressionisti e Moderni e in vista di quelle imminenti di Arte Contemporanea, siamo andati a sondare gli umori di Sotheby’s e Christie’s: in entrambe le case d’asta abbiamo riscontrato scontate posizioni di estrema cautela e di attesa. Si aspettano un basso impatto dal punto di vista finanziario, giustificandosi con il trattare le vendite Sterlina su Sterlina e quindi senza esser soggetti alla fluttuazione valutaria. Ovviamente la svalutazione della Sterlina sarà un vantaggio per gli acquirenti esteri alle imminenti aste.
ALLINEARE IL NOSTRO BUSINESS AL NUOVO QUADRO LEGISLATIVO
Da Christie’s iniziano già a prendere in considerazione gli eventuali problemi di “trade” che potrebbero verificarsi in caso di Brexit, preannunciando di voler lavorare a stretto contatto con gli enti preposti, allineandosi in futuro ad ogni eventuale modifica normativa. Quindi sembra che proprio le case d’asta non si siano fatte prendere dal panico come molti altri, almeno apparentemente, ma che stiano a guardare cosa potrà succedere e, nell’immediato, sperano nel successo delle prossime aste in termini di acquisti dall’estero. Probabilmente le linee telefoniche con i buyer che pagano in dollaro americano saranno molto calde. Noi saremo presenti per vedere cosa succederà.
“Rimaniamo fiduciosi nelle prospettive a lungo termine per il mercato dell’arte, confortati dalla crescente ampiezza dei paesi rappresentati tra gli offerenti nelle nostre vendite”, dichiarano da Christie’s. “Ci vorrà del tempo prima che sia chiaro cosa cambierà in futuro: una volta che il processo politico diventerà più chiaro, penseremo come allineare il nostro business al nuovo quadro legislativo”.
I NUOVI TASSI DI CAMBIO FAVORIRANNO LE PROSSIME ASTE
Posizioni alquanto speculari sul fronte Sotheby’s: “Il nostro business copre 40 paesi e opera in circa 20 valute, siamo sicuri di riuscire ad adattarci a qualsiasi ambiente si prospetterà con la Brexit”, hanno dichiarato dirigenti della casa d’aste. Guardando all’immediato futuro, “ci aspettiamo un bassissimo impatto sulle nostre posizioni finanziarie, dato che le nostre attività in sterline sono molto ben coperte sulle oscillazioni valutarie”, ha rassicurato il direttore finanziario Michael Goss. “I nuovi tassi di cambio potranno rendere le vendite d’arte contemporanea della prossima settimana a Londra più attraenti per i compratori internazionali”.
CULTURA E FORMAZIONE PER RESTARE LEADER GLOBALI
E a spargere dosi di ottimismo arriva anche Gordon Innes, CEO di London & Partners, l’agenzia di sviluppo e promozione economica e turistica di Londra che abbiamo avuto modo di intervistare dopo il voto. Al grido di “London is open“, ci ha chiaramente detto come l’interesse della città (il nuovo sindaco è subito intervenuto con una dichiarazione per tranquillizzare tutti i cittadini europei residenti a Londra) sia quello di continuare ad attrarre e trattenere risorse umane e finanziarie e confermare sempre di più la sua posizione nella leadership mondiale. Puntando molto su formazione e cultura nel raggiungere gli obiettivi preposti anche in caso di ratifica del Brexit, Innes ha ricordato, come Londra abbia un numero elevato di università tra le più qualificate al mondo, ma soprattutto come sia il baricentro mondiale per la creatività e la cultura con 215 musei, 857 gallerie d’arte e 245 luoghi per attività di musica live. Nulla quindi intaccherà la sua posizione come città globale, aperta e cosmopolita.
– Mario Bucolo
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