
Non sarà che Mayfair rischia – se non l’ha già fatto come ha già fatto la stessa cosa il distretto di Chelsea a New York – di trasformarsi in una City dell’arte, con prezzi inaccessibili e tutto il mondo in coda per avere una vetrina accanto a Gagosian, Hauser&Wirth, Marlborough e tutti i big? Non sarà che il quartiere residenziale di Londra solo pochi anni fa presentato come nuovo per l’ambiente creativo, si trasformi in un luogo per l’arte established, ingessato e tutto sommato un po’ noioso? Queste riflessioni devono essere circolate in casa Nahmad, la celebre e a volte controversa dinastia di galleristi e mercanti d’arte protagonisti – fra New York e Londra – di acquisti e mediazioni sensazionali in asta, ma anche di vicende buie come la galleria USA trasformata in bisca con successiva condanna penale. Ora Joseph Nahmad, giovane elemento del ramo inglese, si è appunto deciso a dare una “rinfrescata” all’ambiente di Mayfair: aprendo – assieme all’italiano Tommaso Calabro, ex Sotheby’s Milano – un nuovo spazio che sarà dedicato a mostre interdisciplinari, performance e installazioni site specific, “investigando i limiti dell’arte contemporanea”.

I performer selezionati per l’evento di apertura di Nahmad Projects (via Instagram @nahmadprojects)
30 PERFORMANCE PER 30 GIORNI
“Vogliamo andare in controtendenza rispetto alle gallerie tradizionali della zona, speriamo di offrire al pubblico viva la visita alla nostra galleria come un’esperienza”, dichiarano appunto i due galleristi in un’intervista. Lo spazio si chiama Nahmad Projects, e si inaugura il 9 giugno proprio nel cuore del quartiere del west end londinese, a Cork Street: con l’obbiettivo di invitare artisti emergenti o già affermati e curatori di fama internazionale “a riflettere sulle questioni più urgenti che circondano, oggi, l’arte contemporanea. Creare mostre”, precisano, “che sfidino lo spettatore a mettere in discussione ciò che è oggi l’arte, e il modo in cui la percepiamo”. E l’Italia la fa da protagonista, non solo per il ruolo di Calabro: il progetto inaugurale è infatti curato da Francesco Bonami, titolo I am NOT Tino Sehgal: con giovani artisti da tutto il mondo invitati attraverso una call a presentare un testo originale inspirato alla pratica del performer tedesco. Trenta testi sono stati selezionati da Bonami e Nahmad Projects e saranno la base per trenta uniche performances, ognuna delle quali sarà presentata per un intero giorno, ripetuta in modo continuativo per ventiquattro ore.
– Massimo Mattioli



Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati