Non sarà facile eguagliare l’edizione del 2013, quando furono molti i critici italiani chiamati a curare padiglioni di altri stati: da Ilaria Bonacossa con il padiglione islandese ad Alfredo Cramerotti con quello del Galles, a Lorenzo Benedetti con il padiglione olandese. Eppure la Biennale Arte di Venezia, in programma per il 2017, presenta già qualche annuncio in questa direzione: è il caso di Paolo Colombo, appena annunciato dalla Ruya Foundation – assieme a Tamara Chalabi – come curatore del Padiglione dell’Iraq.
UN ITALIANO ESPATRIATO A ISTANBUL
Un ritorno in Italia per l’ex curatore del Maxxi “prima versione”, prima cioè dell’inaugurazione del sontuoso edificio firmato Zaha Hadid: prima quindi dell’espatrio del talentuoso critico, autore a Roma di memorabili mostre, dalla personale dei Kabakov alla pionieristica collettiva Apocalittici e integrati, verso la Turchia, come curatore al museo Istanbul Modern. Dal 1989 al 2000 è stato Direttore del Centre d’Art Contemporain di Ginevra. Ha curato fra l’altro la sesta Biennale di Istanbul nel 1999, la terza Biennale di Salonicco nel 2011, e il padiglione italiano alla Biennale di Venezia nel 2003 e 2005. Per la partecipazione irachena alla Biennale, al via a Venezia il 13 maggio prossimo, i due ordineranno una mostra dal titolo Archaic, focalizzata sulla dualità fra i concetti di storico ed antiquato, con l’esposizione di antichi manufatti al fianco di esempi di arte contemporanea irachena.
– Massimo Mattioli
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