“Gli artisti devono avere fiducia nel nostro Paese e testimoniare il fatto che noi riteniamo loro l’orgoglio del nostro Paese“. Parole pompose e forse un po’ retoriche, ma ci possono stare se pronunciate da un Presidente della Repubblica: soprattutto se poi sono seguite da impegni concreti e tangibili, e da scadenze già fissate. Se già vi state inorgogliendo, non ci restate male: non si tratta del nostro, di presidente. Si tratta del francese François Hollande, che le ha pronunciate ad Arles, intervenendo alla posa della prima pietra della nuova sede dell’École Nationale Supérieure de la Photographie. Un edificio che si troverà a fronteggiare la torre progettata da Frank Gehry per la Luma Foundation, di cui il presidente ha visitato il cantiere.
GIÀ NEL 2016 BUDGET A + 2,7%
“Il bilancio per la cultura – ed eccoli, gli impegni concreti e tangibili – sarà aumentato in modo significativo nel 2017, di circa il 5%”, ha dichiarato solennemente Hollande. “E questo non soltanto per riequilibrare il disimpegno degli enti locali alle prese con i tagli nei trasferimenti, ma in prospettiva per stimolare l’ambiente e suscitare ulteriori investimenti. Lo Stato ha già siglato 60 accordi per garantire per 3 anni gli stessi finanziamenti a soggetti che li ricevevano dagli enti locali”, ha dettagliato il presidente, lamentando il fatto che alcune comunità hanno diminuito i propri budget per la cultura. Dopo l’arrivo di Hollande all’Eliseo, nota Le Figaro, il bilancio per la cultura francese era diminuito del 4% nel 2013 e del 2% nel 2014; si deve al primo ministro, Manuel Valls, lo stimolo a invertire questa tendenza, che ha già portato a un rimbalzo nel 2016 (+ 2,7%), con il budget che ha raggiunto i 7,3 miliardi di euro.
IN ITALIA SEGNALI INCORAGGIANTI, MA DATI ANCORA BASSI IN TERMINI ASSOLUTI
E in Italia come stanno le cose? Le novità francesi ci spingono a guardare un po’ dentro le mura di casa: pur sapendo bene che dati così complessi sono difficilmente raffrontabili, cambia la delega alle regioni (probabilmente in Italia più sensibile), magari cambiano i capitoli di bilancio, la gestione del personale e altro. Eppure la distanza siderale in termini assoluti non può non saltare all’occhio: il bilancio del nostro Mibact nel 2016 è stato infatti di 2,1 miliardi. Meno di un terzo di quello del ministero francese. Una situazione che il ministro Dario Franceschini è intenzionato a cambiare, tanto che al varo dell’ultima Legge di Stabilità si annunciava un bilancio del Ministero per i Beni Culturali in aumento dell’8% nel 2016 e del 10% nel 2017. Dati incoraggianti? L’entusiasmo – come scrivevamo a ottobre scorso – un po’ si smorza “quando queste percentuali si trasformano in cifre reali: e allora parliamo di aumenti di 150 milioni di € nel 2016, 170 milioni nel 2017, 165 milioni dal 2018”.
– Massimo Mattioli
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