Torna in Italia il celebre Carro di Fara Sabina. Accordo di restituzione con la Danimarca
Era stato trafugato illegalmente quasi mezzo secolo fa. Opere recuperate anche in Friuli, dove nasce il nucleo Comando Tutela del Patrimonio Culturale
Mentre il mondo dei musei internazionali si dà convegno a Milano per la XXIV edizione della Conferenza ICOM, l’Italia non mette da parte il suo sempre più stringente impegno sul fronte dei recuperi di beni artistici e archeologici. In questa materia arrivano anzi due confortanti notizie pressoché in contemporanea: la prima dalla Danimarca, dalla capitale Copenhagen per la precisione.
REPERTI ARCHEOLOGICI TRAFUGATI NEGLI ANNI SETTANTA
Il Ministero dei Beni Culturali e la Ny Carlsberg Glyptotek hanno infatti sottoscritto un accordo di cooperazione che rafforza lo scambio di reperti archeologici tra l’Italia e il museo danese: è prevista anche la restituzione di una serie di reperti archeologici che hanno fatto parte della collezione di antichità del museo sin dagli anni Settanta del Novecento e che erano stati dissotterrati nel contesto di scavi illegali in Italia ed esportati senza autorizzazione. Fra questi ci sono anche quelli provenienti dall’importante tomba principesca della Sabina – su tutti il celebre Carro di Fara Sabina – la cui restituzione comincerà a dicembre di quest’anno e sarà terminata entro il 2017. L’accordo di cooperazione comprende una serie di prestiti di lungo termine dall’Italia di significativi rinvenimenti sepolcrali che verranno esposti a rotazione con frequenza continua, nell’imminente e radicale riallestimento dell’intera collezione di antichità del museo.
5 SCULTURE IN LEGNO INTAGLIATO, DORATO E POLICROMO DEL 1484
Un’altra notizia che farà piacere ai tanti appassionati di antichità arriva da Udine, dove il Ministro dei beni culturali Dario Franceschini ha inaugurato oggi il nucleo del Comando Tutela Patrimonio Culturale. In occasione della cerimonia sono state riconsegnate 5 sculture in legno intagliato, dorato e policromo raffiguranti i santi Giacomo Maggiore, Paolo, Tommaso, Matteo e Andrea, opere dello scultore Domenico da Tolmezzo eseguite nel 1484 per l’altare della chiesa di San Pietro in Carnia di Zuglio, trafugate nel 1981 e da poco recuperate grazie alle indagini del CCTPC.
– Massimo Mattioli
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