“Sul progetto architettonico, vetrine e insegne, la commissione conferma l’impressione negativa già verbalizzata dalla commissione nelle riunioni del 9 e del 14 giugno sull’impatto del logo sulla facciata prospiciente Piazza del Duomo”. Niente Big Mac a Santa Maria del Fiore: la Commissione tecnica prevista dal disciplinare attuativo del regolamento per la tutela del centro storico patrimonio Unesco ha messo – salvo ricorsi – la parola fine sulla lunga e tormentata vicenda che ha riscaldato più del normale gli animi a Firenze. Bocciato, dunque, il McDonald’s che avrebbe dovuto affacciarsi su una delle piazze più belle del mondo. Che abbiano colpito nel segno le oltre 15mila firme contrarie al progetto raccolte nelle scorse settimane?
PRODOTTI TOSCANI NON PREVALENTI
Ufficialmente, la commissione motiva la decisione con argomentazioni tecniche, supportate da regolamenti o comunque da specifiche linee di indirizzo. Oltre all’impatto “visuale” a cui si fa riferimento sopra, ci sono ragioni merceologiche: “L’attività prevalente riguarda la vendita di panini della gamma classica dell’azienda McDonald’s accompagnata da patatine fritte (tipologia di somministrazione assimilabile pienamente alla definizione di fast food)”, si legge “Non si evidenza in modo oggettivo il peso dei prodotti tipici indicati sulla gamma complessiva dei prodotti offerti alla somministrazione; l’incidenza dei prodotti stagionali e dell’angolo toscano è apprezzabile, ma evidentemente non prevalente”.
UNA MANCANZA DI CORAGGIO?
Fin qui, i fatti. L’impressione di questa retromarcia – però – è che ad un certo punto abbia prevalso nell’amministrazione fiorentina la paura di perdere una fetta di consenso – quello di chi manifestava a suon di Lampredotto – piuttosto che l’interesse a tentare l’esperimento – questa volta davvero “epocale” – di un format di McDonald’s completamente diverso, ed unico, a livello internazionale, che avrebbe potuto essere perfettamente aderente alle richieste qualitative imposte dal contesto. Insomma il sindaco Nardella – che qui davvero si è dimostrato molto distante dal suo mentore Matteo Renzi, che fece passare come evento perfino l’apertura di un Hard Rock Cafè – ha, per motivi meramente ideologici e autolesionisti verso se stesso e verso la città, perduto l’occasione di entrare in qualche modo nella storia.
Protezionismo del gusto? Acritica adesione a norme Unesco? Sacrosanta difesa della qualità? Voi come la vedete?
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